Questa notte, dopo una complessa trattativa è stato rinnovato il contratto nazionale degli edili. Anche questa volta si è trattato di un rinnovo unitario confermando che le trattative per i rinnovi dei contratti nazionali hanno saputo metabolizzare bene la divisone dei sindacati confederali sulla riforma degli assetti contrattuali. Si tratta di un contratto importante perché riguarda un settore fortemente colpito dalla crisi. Per Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, le parti sociali hanno dimostrato di essere molto responsabili, essendo riusciti, in un momento di profonda crisi, “ha tutelare il potere d’acquisto dei salari con un aumento superiore all’Ipca”. Inoltre, mette in luce il sindacalista, la serietà delle parti sociali risulta ancora più evidente di fronte alla “totale latitanza” del governo che non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte agli stati generali dell’edilizia.
“I sindacati – sottolinea Schiavella – hanno provato a usare la contrattazione per riempire alcune delle lacune della politica”. Riguardo alla parte normativa, il segretario generale della Fillea, considera molto positivi i risultati della contrattazione di secondo livello, che non solo viene confermata, ma viene rafforzata grazie a un nuovo meccanismo salariale che tiene conto di un tetto del 6% che viene poi elaborato a seconda dei nuovi parametri legati al territorio e alle aziende. Importanti sono poi, per il sindacalista, i risultati legati al sistema regolativo, che viene rafforzato attraverso le nuove norme sul Durc e alla banca dati.
Un giudizio non dissimile, effetti della riforma contrattuale a parte, è espresso da Domenico Pesenti, segretario generale della Filca, per il quale “non si è trattato di un rinnovo facile, visto la crisi del settore che nemmeno gli stati generali hanno saputo attenuare, ma grazie alla riforma contrattuale si è potuto tutelare il potere d’acquisto del salario”. Anche il segretario generale della Filca sottolinea la positività del rafforzamento del secondo livello di contrattazione, delle nuove norme contro il lavoro nero e le imprese non regolari. Inoltre sottolinea come la creazione della “borsa lavoro” e il rilancio del fondo previdenziale integrativo siano “segnali che vanno nella direzione giusta”. Per quanto riguarda i rapporti tra i tre sindacati confederale, Pesenti sottolinea che sono stati positivi perché si è scelta la linea della responsabilità.
Massimo Trinci, segretario nazionale della Feneal Uil, ricorda come l’unitarietà dei sindacati è stata possibile grazie al lungo lavoro svolto per una piattaforma unitaria, saltata poi all’ultimo momento per divisioni confederali, dopo la firma separata dei metalmeccanici. Ma nonostante le tre piattaforme separate, durante la trattativa si è lavorato nel solco del lavoro unitario svolto per la presentazione della piattaforma. Trinci mette anche in luce come i rapporti con l’Ance siano sati complicati dalla presenza di una crisi molto diversificata sul territorio con regioni meridionali dove la crisi è molto acuta e regioni settentrionali come la Lombardia, dove anche grazie all’expo la situazione è molto migliore. Questa situazione ha creato una spaccatura nell’Ance su temi come la contrattazione di secondo livello che qualcuno voleva abolire. Alla fine, secondo Trinci si è trovato un buon compromesso.
Luca Fortis