Solo il ritiro della delibera approvata dal CdA di Banca Monte dei Paschi di Siena il 22 febbraio scorso, sul piano di riduzione dei costi del personale, potrebbe convincere i sindacati a sedere a un tavolo di responsabilità sociale. È quanto dicono in una lunga nota le Rsa del Monte confermando il pacchetto di 15 ore di sciopero, il primo in queste forme dopo oltre 20 anni, a partire dal prossimo 16 marzo con una manifestazione pubblica in piazza.
L’ipotesi di un tavolo, secondo quanto spiega Antonio Damiano, segretario della Fisac/Cgil, è contenuta nella delibera ma, per i sindacati non sarebbe possibile se non anticipato dal ritiro della stessa delibera. Secondo le Rsa, infatti, il tema dei costi operativi “può essere affrontato partendo dall’analisi dei dati economici ufficiali relativi all’esercizio contabile appena chiuso, che nell’attualità comunque nessuno conosce, e prendendo a riferimento in primo luogo, oltre all’entità delle consulenze esterne, anche le retribuzioni, i benefit ed i privilegi del Top Management”. Costi per i sindacati del Monte che non sono coerenti neppure “con i contenuti delle Direttive emanante da Banca d’Italia a partire da una riduzione dei vice direttori che sono in numero eccessivo ed ingiustificato”.
Al direttore generale Fabrizio Viola, che ha “clamorosamente smentito la portata delle rassicuranti dichiarazioni rilasciate all’atto del suo insediamento”, le Rsa chiedono di ristabilire il vecchio modello di confronto, oltre a “decisi segnali di cambiamento anche nella costruzione della sua squadra con la sostituzione di «diverse figure dell’alta direzione”. (LF)