“La Indesit valuti anche i costi sociali delle scelte aziendali, contestualmente ai dati economici”. Lo chiedono, dopo il confronto del 28 giugno scorso a Roma, i sindacati Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil nazionali e il coordinamento delle Rsu del gruppo fabrianese, che ribadiscono in una nota congiunta la contrarietà alla chiusura dei due stabilimenti di Brembate (Bergamo) e Refrontolo (Treviso), “che determinerebbe il licenziamento di 550 lavoratori”.
La chiusura dei due siti, con il trasferimento delle loro attività nelle Marche e a Teverola (Caserta), rientra in un piano triennale di investimenti per 120 milioni di euro destinati a nuovi prodotti e processi produttivi.
Fim, Fiom e Uilm, si legge nella nota, “hanno contestato la correttezza di una valutazione di sostenibilità economica fatta in una fase di crisi profonda del settore”. I sindacati hanno chiesto di conoscere in dettaglio la struttura dei costi fissi, di produzione e della logistica nonché informazioni sugli investimenti che vengono ritenuti necessari per il trasferimento negli altri siti delle produzioni. La nuova riunione di approfondimento e confronto si terrà a Roma venerdì 9 luglio. (LF)