Le Segreterie nazionali dei sindacati Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uilcem-Uil, Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uil Comunicazione ed i patronati confederali Inca-Cgil, Inas-Cisl e Ital-Uil ribadiscono il loro impegno per la difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori elettrici e telefonici duramente colpiti nei diritti previdenziali dalla legge 122/2010.
Nelle settimane passate i sindacati hanno condotto un’intensa mobilitazione unitaria per sensibilizzare il Parlamento rispetto ai pesanti effetti che la legge 122 avrebbe prodotto sui lavoratori, in particolare quelli che hanno contribuzione previdenziale in più fondi o quei lavoratori che hanno subìto scorpori e ristrutturazioni aziendali.
“Siamo di fronte a situazioni insostenibili – dicono sindacati e patronati – messe in evidenza anche dalla stampa quotidiana: lavoratori che, perso il lavoro, non possono andare in pensione perché la normativa è cambiata all’improvviso e si trovano costretti a pagare ingenti somme per ricongiungere la contribuzione versata in più fondi o lavoratori interessati da complessi accordi aziendali (è il caso del recente accordo sugli esuberi Telecom, n.d.r.) che potrebbero, a questo punto, essere rimessi in discussione”.
I sindacati continueranno la loro battaglia per far modificare le ingiuste norme della legge 122 mentre sono impegnati con i patronati confederali a tutelare gli interessi dei singoli lavoratori attraverso l’attivazione, già in corso, di azioni di contenzioso legale.
Nel frattempo i sindacati – proprio ieri – hanno chiesto un nuovo incontro alla Commissione Lavoro della Camera dei deputati.