Le associazioni e i sindacati presenti hanno, innanzitutto, evidenziato il carattere penalizzante di tali decisioni che colpiscono disabili gravi che beneficiano di una pensione misura insufficiente per soddisfare le elementari esigenze di vita.
Tale orientamento, è stato ribadito, oltre che essere in contrasto con una ultratrentennale prassi interpretativa del ministero dell’Interno e dell’Inps successivamente, confligge con i principi costituzionali di ragionevolezza e di uguaglianza in quanto introduce una disciplina più restrittiva rispetto a quella prevista per gli invalidi parziali per i quali, ai fini della concessione dell’assegno mensile, viene valutato il solo reddito individuale.
Le parti presenti hanno ritenuto che, allo stato, l’unica soluzione possibile e definitiva sia quella della predisposizione di un testo normativo interpretativo dell’art.14-septies della legge n. 33/80 che precisi che anche per gli invalidi totali il reddito da considerare ai fini della concessione della provvidenza economica sia solo quello del beneficiario.
Dall’iniziativa legislativa dovranno essere investiti il governo e i gruppi parlamentari, sollecitando una rapida approvazione della norma che metta fine al clima di incertezza creatosi e dia tranquillità a tanti disabili totali attualmente soggetti al rischio di revoca della pensione di invalidità civile.
I sindacati e le associazioni dei disabili che hanno partecipato all’incontro odierno presso la Anmic hanno concordato sulla opportunità della costituzione di un tavolo permanente in cui si discuta e si formulino proposte sulle problematiche che attualmente investono il mondo della disabilità.