A seguito dell’incontro che aveva come obiettivo quello di trovare forme di mobilitazione comune a difesa dell’articolo 18, i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di “proseguire il confronto per l’elaborazione della piattaforma unitaria”.
“Una notizia di divisione tra i sindacati non c’è, non c’è nessuna divisione ma c’è un lavoro che stiamo facendo insieme”, ha affermato il leader della Cgil, Susanna Camusso, al termine dell’incontro, aggiungendo: “E’ stata una discussione molto utile e molto interessante, al termine della quale abbiamo deciso di continuare a discutere anche per capire cosa vuole fare il governo”.
Gli fa’ eco il leader della Uil, Luigi Angeletti, che ha dichiarato: “Stiamo discutendo per trovare una posizione comune sui temi dell’impresa su come si crea lavoro e sul Jobs act. Bisogna arrivare ad una posizione comune ma non possiamo discutere sulle dichiarazioni cangianti del governo”. “Non ci divide nulla, ma non sappiamo quale sarà sul serio la posizione del governo. Dobbiamo discutere ciò che per noi è una buona riforma del mercato del lavoro e aspettare che il governo ci dica come vuole modificare le regole del mercato del lavoro per poi decidere se ci piace o no”. “Del resto – ha concluso Angeletti – abbiamo una marea di dichiarazioni del governo molto cangianti e non possiamo discutere sulle dichiarazioni”.
Tutto rimandato, dunque. Dalla nota diffusa subito dopo il vertice si apprende che i tre sindacati confederali hanno anche “preparato la riunione del 6 ottobre a Roma alla quale parteciperanno la Ces e tutti i sindacati europei in vista del vertice dei governi europei sull’occupazione programmato a Milano per l’8 ottobre”.
“Abbiamo ragionato insieme per implementare la piattaforma unitaria allargandola ai temi del lavoro e della politica industriale in vista della legge di stabilità”, ha ribadito il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra. La Cisl, comunque, si dice favorevole al “nuovo contratto a tutele crescenti” ma solo a patto che ci siano “interventi che disboschino le vere precarietà: dalle partite Iva ai co.co.pro”.
F.P.