I sindacati del settore bancario denunciano la discriminazione dei lavoratori del settore credito nelle norme varate dal governo Monti e chiedono al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, un intervento di discontinuità. “Gli accordi sindacali nel settore credito stipulati entro il 31 ottobre 2011 – spiegano – hanno individuato nominalmente, circa 20.000 lavoratori che accederanno, secondo tempi programmati, al Fondo di Solidarietà o alle prestazioni pensionistiche. Il Decreto legge perpetuando una tradizione di barbarie giuridica ampiamente praticata dal precedente governo sembra aver annullato, con effetto retroattivo, per i lavoratori non ancora nel Fondo o in quiescenza, i diritti acquisiti in materia di accesso alle prestazioni straordinarie del Fondo di Solidarietà, di maturazione delle prestazioni pensionistiche, di modalità di calcolo della pensione”.
2Tutti i piani industriali del settore, in questa ipotesi, subirebbero radicali cambiamenti con nuove gravissime tensioni occupazionali e il rischio di attuazione della Legge sui licenziamenti collettivi. Il Fondo di Solidarietà di settore, interamente autofinanziato e comparabile alla mobilità lunga verrebbe così totalmente discriminato rispetto agli ammortizzatori sociali degli altri settori produttivi”.
Per questo i sindacati chiedono “un gesto di radicale discontinuità con una strategia del governo precedente che nonostante l’apparente valorizzazione irrideva, invece, gli accordi liberamente sottoscritti dalle parti sociali che sono sempre stati realizzati nell’assoluto rispetto delle normative vigenti, e i conseguenti diritti acquisiti”. (FRN)
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