Nel mondo metalmeccanico italiano, il fatto che sindacati e imprese organizzino eventi in comune non è più una novità. Ciò deriva, come abbiamo già avuto modo di notare su queste pagine, dalla nuova atmosfera che si è creata a partire dal contratto che Fim, Fiom e Uilm firmarono con Federmeccanica e Assistal nel novembre del 2016. Un’atmosfera che, senza cancellare, ovviamente, l’autonomia delle parti nella difesa dei propri legittimi interessi, ha però visto nascere la ricerca di significativi punti di convergenza relativi a obiettivi, quanto meno, condivisibili. Questa ricerca ha poi raggiunto nuovi traguardi col successivo rinnovo contrattuale, quello del febbraio 2021.
Siamo partiti un po’ da lontano perché, senza porre mente a questo retroterra contrattuale, non si comprenderebbe il senso dell’incontro che si è svolto a Napoli nella mattinata di venerdì 27 ottobre. Un “evento nazionale congiunto” organizzato dalle parti firmatarie del contratto dei metalmeccanici e intitolato, appunto, “Insieme per la salute e la sicurezza sul lavoro”.
Diciamo subito che, nonostante il sottotitolo, un po’ tecnico, dell’incontro, ovvero “La formazione in materia di sicurezza attraverso i break formativi”, la giornata ha avuto il tono delle occasioni importanti. Tra gli intervenuti, infatti, oltre ai segretari generali di Fim, Fiom, Uilm (rispettivamente Benaglia, De Palma e Palombella), e ad alcuni dei massimi dirigenti di Assistal (Carlini) e di Federmeccanica (Sale e Franchi), anche i vertici dell’Inail (Loy e Tardiola), nonché vari dirigenti aziendali e rappresentanti sindacali. A fare gli onori di casa, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e Luca D’Aquila, Amministratore delegato di Hitachi Rail Italy.
Come è stato sottolineato nel corso del dibattito, l’evento si è svolto, infatti, non in una sede abituale per simili occasioni, tipo centro congressi o sala convegni, ma all’interno di una importante impresa metalmeccanica: quella Hitachi Rail che è frutto del felice incontro fra una multinazionale giapponese, l’Hitachi, e una impresa d’eccellenza italiana: la ex Breda Costruzioni Ferroviarie, divenuta poi Ansaldo Breda.
Ebbene, nel suo intervento introduttivo, D’Aquila ha sostenuto che per la Hitachi, a livello mondo, la sicurezza sul posto di lavoro non viene considerata un costo, ma neppure solo un investimento. Viene considerata come qualcosa che ha a che fare con la vita stessa dell’impresa. Di più: come la prima delle priorità.
Ulderigo Zona, responsabile sicurezza di Hitachi Rail, ha poi ricordato lo slogan cui, in questa azienda, si ispira l’attività formativa volta a incrementare la sicurezza sul posto di lavoro: “Be Safe. Safety Starts with Me”. Ovvero, “Stiamo in sicurezza. La sicurezza parte da me stesso”.
Fin qui, i lettori più sospettosi potrebbero pensare che stiamo parlando di una campagna progettata da una multinazionale per farsi un po’ di pubblicità. Ma non è così. Perché, come è emerso da numerosi interventi, ciò che ci troviamo oggi davanti è un fenomeno più ampio e più profondo della scelta, per quanto lodevole, compiuta da una singola ancorché grande azienda. Un fenomeno che può essere descritto come un cambio di mentalità nei gruppi dirigenti delle imprese tecnologicamente più avanzate.
E qui torniamo al nostro contratto dei metalmeccanici. A metà strada fra i citati rinnovi contrattuali del 2016 e del 2021, e cioè nel 2018, la Commissione nazionale Salute e Sicurezza, formata dalle parti firmatarie del contratto della categoria, ha definito le linee guida da seguire in materia di break formativi, nonché di attività formative congiunte fra i responsabili sicurezza delle aziende (RSPP) e i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS).
Dopo che tre rappresentanti sindacali hanno illustrato le esperienze fatte in materia di sicurezza in altrettanti stabilimenti di Hitachi Rail (rispettivamente a Pistoia, Napoli e Reggio Calabria), hanno preso la parola i rappresentanti dell’Organismo Paritetico Provinciale di Varese che ha messo a punto un modello di corso di formazione congiunta RSPP/RLS.
In particolare, Gabriele Zeppa ha sostenuto che la formazione alla sicurezza svolta in aula, in termini teorici, non ha sempre la necessaria efficacia, anche per la relativa difficoltà di coinvolgere i lavoratori, ovvero degli adulti costretti ad assumere il ruolo, un po’ passivo, dell’alunno. Il cosiddetto “break formativo” avviene, invece, sul luogo di lavoro, a diretto contatto con i fattori di rischio presenti nel reparto o, comunque, relativi all’attività concretamente svolta da quei dati lavoratori. I quali, in tale ambito, possono anche assumere un ruolo più attivo. Infatti, partendo dalle loro quotidiane esperienze, possono segnalare rischi eventualmente non ancora considerati.
Premesso che questi break, ovvero pause, vanno a interrompere, appunto, l’attività lavorativa, e non possono essere dunque particolarmente lunghi (se ne deve perciò fare più di uno), si capirà facilmente che questa impostazione dell’attività formativa non ha solo il vantaggio di coinvolgere maggiormente i lavoratori/discenti, ma ha anche quello di poter portare verso una conoscenza migliore della fabbrica e delle possibili fonti di rischio o di nocività in essa presenti. Può quindi risultare utile non solo per aggiornare le conoscenze tecniche dei lavoratori, ma anche per consentire all’azienda la progettazione di successivi interventi volti ad accrescere la sicurezza dei suoi dipendenti.
Dopo l’ormai pluriennale esperienza vissuta nel territorio varesino, sono state poi prese in considerazione le esperienze formative svolte in due specifiche aziende metalmeccaniche: la ACSA Steel Forgings di Oggiona (Varese), e la Ranieri Impiantistica di Ottaviano (Napoli).
Nel successivo dibattito, è emerso come uno dei problemi tipici del nostro panorama manifatturiero, ovvero la presenza di molte imprese di dimensioni ridotte, possa costituire una difficoltà in più nella battaglia per accrescere la sicurezza e combattere radicalmente il fenomeno degli incidenti sul lavoro. Un problema, quest’ultimo, la cui persistenza ha spinto lo stesso Presidente della Repubblica, Mattarella, a richiamare su di esso l’attenzione di tutti.
A incontro concluso, il pensiero di molti è andato al prossimo rinnovo contrattuale. Il contratto dei metalmeccanici, infatti, dovrebbe essere rinnovato nei primi mesi del 2024. Facile prevedere che, fra i temi che saranno discussi in tale occasione, ci sarà anche quello di fare nuovi progressi nella difesa della salute e dell’incolumità di lavoratrici e lavoratori nelle imprese del principale settore della nostra industria manifatturiera.
@Fernando_Liuzzi