Si rafforza l’Alleanza delle Cooperative Italiane: I prossimi 26 e 27 gennaio a Napoli, si terrà la Consulta Nazionale del coordinamento che sancirà il cambiamento del nome in Assemblea dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, vedrà la nomina, con mandato annuale, di un presidente e di due co-presidenti e avvierà il percorso dei coordinamenti settoriali. Il punto qualificante è che Confcooperative, Lega coop e Agci (Associazione generale cooperative italiane) si riuniranno in un’unica Federazione , sciogliendo le loro singole organizzazioni.
Le associazioni hanno approfittato dell’occasione per rendere note le loro previsione per il 2012 a loro giudizio si apre “con indicatori congiunturali che non fanno pensare alla ripresa: frena l’export, ristagnano i consumi, salgono i costi di fornitura. Peggiorano i tempi di pagamento. Alla contrazione dei margini e della redditività si aggiunge la stretta creditizia senza precedenti”. Le cooperative invocano una tregua, “almeno sugli spread”. Le note positive vengono dall’occupazione. “Dopo il +5,5% del biennio 2009 – 2010, si conferma un piccolo incremento anche nel 2011. Ci sono, però, grandi timori per la tenuta nel 2012”.
Sull’azione del governo, dicono, “la manovra salva – Italia sta gravando e graverà ulteriormente sui ceti medi. In una situazione d’emergenza doveva prevalere, come è stato, l’interesse generale del Paese. Ora è vitale rilanciare la crescita delle imprese, delle Pmi e delle cooperative, agire sui fondi di garanzia, rafforzare i confidi. Fa bene il governo italiano a concentrarsi su Bruxelles, perché i sacrifici che stiamo facendo e che continueremo a fare hanno senso solo se l’Europa si muove coesa. Ribadiamo la necessità, da lungo tempo lanciata, degli Stati Uniti d’Europa”. Un plauso va per la lotta all’evasione fiscale: “i disonesti comincino a pagare. Sui ritardati pagamenti, migliaia di imprese sono all’ultima spiaggia, la situazione è esplosiva. È incivile che le amministrazioni pubbliche, statali e locali, facciano cassa con i mancati pagamenti”.
Sulle liberalizzazione le cooperative dicono di essere “favorevoli a un processo di liberalizzazioni che offra a cittadini e imprese servizi più efficienti e a costi più contenuti. Su energia, trasporti, rifiuti, utilities, negli anni abbiamo assistito al tramonto di monopoli pubblici sostituiti da oligopoli semiprivati, come le municipalizzate che hanno determinato, nella maggior parte dei casi un aumento delle tariffe e non sempre un miglioramento dei servizi. Rilanciamo il modello della cooperazione di utenza tanto sviluppata in altri paesi. Basti pensare che negli Usa 900 cooperative elettriche erogano energia a 42 milioni di soci di cooperative. Sollecitiamo la costituzione di società, anche cooperative, tra professionisti: per questo chiediamo al governo di varare rapidamente i regolamenti attuativi dell’art. 10 della legge di Stabilità”.
Mentre riguardo al mercato del lavoro “il dato drammatico della disoccupazione giovanile, che sfonda il tetto del 30%, impone, nella concertazione, di privilegiare la sostanza”. La cooperazione, aggiungono, “da tempo sostiene che per fare una riforma del mercato del lavoro bisogna mettere mano a un nuovo sistema di ammortizzatori. Occorre un sistema di sicurezza sociale universale che superi le attuali limitazioni e sia fortemente integrato a efficaci politiche attive del lavoro. Un sistema con costi sostenibili e un rigoroso controllo affinché gli ammortizzatori non vengano utilizzati impropriamente. Siamo disponibili a un confronto a 360° sulla riforma del mercato del lavoro. Pronti, quindi, a ragionare su proposte per determinare maggiore flessibilità in entrata e in uscita”.
Sempre in attesa dell’importante evento a Napoli e, parlando in generale della loro realtà nel mondo nell’anno dedicato dall’Onu alle cooperative, Luigi Marino, presidente di Confcooperative e portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, Giuliano Poletti, presidente di Legacoop e Rosario Altieri, presidente Agci, hanno reso noto i dati della Cooperatives Europe e dell’International Cooperative Alliance (le associazioni di rappresentanza europea e mondiale delle cooperative) secondo i quali “i soci di cooperativa nel mondo sono tre volte gli azionisti individuali. A fronte dei 328 milioni di persone che possiedono azioni delle società di capitali, 1 miliardo di persone sono socie di cooperative. Sono 100 milioni le persone occupate nelle imprese cooperative dei cinque continenti, vale a dire il 20% in più di quelle occupate nelle imprese multinazionali”.
“100 milioni di persone occupate nel mondo, 5,4 milioni occupate in Europa, oltre 1,3 milioni in Italia – dicono Marino, Poletti e Altieri – numeri eloquenti del modello economico cooperativo che risponde alle esigenze della collettività offrendo beni e servizi e al tempo stesso alla necessità del singolo di trovare lavoro, occupazione e reddito. Mette le persone al centro del modello d’impresa, prima che il profitto. Questi i valori di fondo che hanno indotto l’ONU a premia la funzione di valorizzazione socio economica proclamando il 2012 Anno Internazionale delle Cooperative”.
“Oggi – aggiungono Marino, Poletti e Altieri – in tutti i paesi del mondo i movimenti cooperativi stanno tenendo la conferenza stampa di lancio del 2012 Anno Internazionale delle Cooperative per rimarcare la funzione che le cooperative svolgono in tutto il mondo, in tutti i settori economici: credito, consumo e distribuzione, agroalimentare, welfare sociale e sociosanitario, abitazione, produzione e lavoro, pesca, utilities, turismo sport spettacolo e cultura”.
“Sbaglia – dice il portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Marino – chi ne ha una visione provinciale e riduttiva e pensa alla cooperazione come una realtà tipicamente italiana, mentre è diffusa nel mondo ed è tanto più presente, laddove i Paesi sono economicamente avanzati. Perché un’economia senza cooperazione è un’economia più arretrata, meno concorrenziale, meno pluralista. Sbaglia chi in maniera strumentale e mosso solo da spirito anticooperativo e da pregiudizi politici, continua a proporre, misure fiscali chiaramente anticooperativi”. “L’appello dell’Alleanza delle Cooperative, dunque – concludono i presidenti Marino, Poletti e Altieri – è quello di permettere alla cooperazione di poter continuare a essere un settore, che con altri, concorre in modo determinante, alle politiche di sviluppo del Paese”.