I sindacati e le imprese della pesca europea chiedono alle istituzioni dell`Ue di non procedere a ulteriori riduzioni dello sforzo di pesca nel 2025 e di attendere di poter valutare i risultati, in termini di ripopolamento delle risorse ittiche, del piano pluriennale per il Mediterraneo occidentale (2019-2024) che ha già imposto una riduzione del 40% delle attività di pesca, con conseguenti gravi ricadute economiche ed occupazionali.
È quanto prevede una risoluzione congiunta, sottoscritta dal sindacato europeo dei lavoratori della pesca (Etf) e dalle associazioni datoriali Europeche e Cogeca, che è stata approvata oggi a Bruxelles dalla sessione plenaria del Comitato per il dialogo sociale per la pesca marittima, organo consultivo della Commissione europea.
Ne danno notizia Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca, presenti alla riunione di Bruxelles, che sottolineano l`importanza di questa risoluzione nella quale, tra l`altro, si chiede all`Unione europea di adottare un approccio, completamente diverso rispetto al passato, nel determinare le possibilità di pesca e le misure tecniche per il Mediterraneo, attuando una nuova strategia che integri l`aspetto economico e sociale con quello ambientale.
E.G.