“La realizzazione del necessario contenimento della spesa corrente propone scenari quantitativamente ai limiti della sostenibilità. I tagli necessari per raggiungere il pareggio di bilancio sarebbero di dimensioni inconsuete: tra il 2012 e il 2014 la riduzione in termini reali sarebbe dell’8%, al netto degli interessi”. Lo afferma il presidente di Sezione della Corte dei Conti Luigi Mazzillo, nel Giudizio sul Rendiconto generale dello Stato 2010 sottolineando la necessità della crescita.
La Corte ha insistito più volte sulla necessità di non penalizzare la spesa per investimenti: “L’obiettivo di riduzione della spesa non determini una dequalificazione della spesa stessa, considerato che l’obiettivo della crescita deve essere parimenti perseguito”, ha detto il presidente Luigi Giampaolino nella sua introduzione.
Anche il procuratore generale Maria Teresa Arganelli ha rilevato che “il contenimento del disavanzo è ormai da troppi anni affidato a tagli lineari” e che “la caduta degli investimenti è fattore non ultimo della stagnazione dell’economia”, mentre la crescita del Pil “è l’unico metodo per ridurre in modo significativo e permanente il disavanzo”. Il procuratore ha criticato in questa ottica i vincoli fissati dal Patto di stabilita interno che impediscono agli enti locali di fare investimenti in opere pubbliche.
I presidenti di sezione Maurizio Meloni e Luigi Mazzillo hanno riferito che la spesa del personale dei ministeri nel 2010 è scesa di circa un punto percentuale, soprattutto quella dell’Istruzione (-2,1%) e quella della Difesa (-0,57%); le spese correnti hanno segnato un netto rallentamento e quelle totali sono, per la prima volta, diminuite in valore assoluto, con un contributo decisivo della spesa in conto capitale (-18%). “E’ insoddisfacente – si legge nella Relazione – l’aumento di poco meno dell’1% delle entrate totali, a un ritmo molto inferiore all’incremento del Pil nominale e non in grado di recuperare pienamente la forte contrazione del 2009”. Sul fronte dei conti pubblici la Corte rileva che il deficit/Pil é ben inferiore alla media europea e l’Italia è l’unico tra i grandi Paesi ad avere un saldo primario vicino al pareggio; tuttavia il contributo alla ripresa è stato “modesto: il lento ritmo di crescita ha consentito di recuperare solo un quarto della perdita di Pil subita nel biennio precedente, determinando un ampliamento del divario negativo rispetto alla media europea”.
In questo quadro il procuratore Arganelli ha auspicato un “pronto e strutturale superamento di questa difficile fase mediante misure che rilancino l’economia e la finanza pubblica nella concreta applicazione di un principio di solidarietà nei confronti delle classi più deboli e delle generazioni future”.
Sul fisco la Corte dei Conti condivide “il progetto di disboscamento di esenzioni e agevolazioni” del governo, ma avverte che “l’area d’intervento per allargare la base imponibile è molto più circoscritta di quanto appare a prima vista”. Il presidente di Sezione Luigi Mazzillo, segnala che “l’erosione è parte integrante dell’assetto delle imposte almeno per il 50% e una quota corrisponde a puntuali e giustificate scelte di politica fiscale (un altro 20%)”. Inoltre, la Corte prevede “forti resistenze” a fronte di tale operazione di disboscamento e consiglia di “considerare gli eventuali risparmi come riserva di sicurezza nell’azione di riequilibrio”, vista anche la complessità della Manovra sul fronte dei tagli alla spesa e dei rischi connessi al recupero di gettito.
Inoltre la Corte dei Conti esprime dubbi sulla “capacità di Equitalia di assicurare anche per il futuro la tenuta del livello complessivo del gettito” come fatto finora (“nei primi 5 mesi 2011 significativa accelerazione delle entrate tributarie”) e malgrado la fattibilità di “obiettivi ambiziosi” dalla lotta all’evasione fiscale, viste le “imponenti dimensioni del fenomeno”. Il presidente di Sezione Luigi Mazzillo, mette in guardia dal rischio di “indebolimento di una serie di presidi, a cominciare alla forza dissuasiva della riscossione coattiva attribuita ad Equitalia. “Con le modifiche appena introdotte – spiega – si rischia di vedere in buona parte compromessa l’effettività stessa della capacità di riscossione coattiva degli Enti locali”. Stesso discorso per il “depotenziamento di strumenti rivelatisi di particolare efficacia, come studi di settore e spesometro, se verrà confermata l’obbligatorietà del contraddittorio che porterebbe a drasticamente limitare il numero dei controlli”.
La Corte dei Conti esprime perplessità anche sul fatto che i giochi possano continuare ad assicurare la tenuta del gettito garantita finora. “I proventi netti da giochi, spiega Luigi Mazzillo “possono ormai continuare a crescere al margine solo grazie a un’espansione esponenziale del volume della raccolta. Il consumo di giochi interessa prevalentemente le fasce sociali più deboli e culturalmente meno attrezzate: la forzatura su tale fonte di entrata non può non sollevare fondate perplessità”. La Corte, è tornata a ricordare “i limiti anche etici alla crescita del gettito dei giochi”.
Infine il Procuratore Generale Aggiunto della Corte dei Conti, Maria Teresa Arganelli, parlando di salari ha detto che “oggi si pone all’attenzione generale l’improrogabile necessità di un intervento in materia fiscale che riduca in misura significativa le aliquote sui redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati”. La Corte dei Conti evidenzia inolte che “l’incremento del tasso di inflazione da prevedersi nei prossimi anni potrebbe comportare ulteriori erosioni del potere d’acquisto con conseguente diminuzione del reddito reale delle famiglie e ulteriore contrazione del mercato interno”.