Strane figure, i gesuiti euclidei. Franco Battiato li immaginava custodi di categoriche certezze religiose e geometriche. Pronti ad entrare, come Matteo Ricci, vestiti da bonzi, alla corte degli imperatori Ming. Simboli di una sicurezza incrollabile. Lo attiravano e lo respingevano. Per lui, che cercava un centro di gravità permanente, rappresentavano nello stesso tempo il desiderio di stabilità e la tentazione del potere. In fondo, preferiva cambiare idee sulle cose e sulla gente.
Difficile dargli torto. Tale è l’entropia nella quale vaghiamo che qualsiasi punto di equilibrio appare un ingannevole miraggio. Sono 55 milioni i dannati in fuga dalla propria terra, incalzati da guerre, carestie, catastrofi. Storie di pietà e di odio. Il neonato salvato da una guardia spagnola nelle acque di Ceuta. Musa Balde, 23 anni, guineano, impiccatosi in un centro per i rimpatri, rinchiuso dopo essere stato picchiato a Ventimiglia da tre forsennati. La creaturella senza vita sulla spiaggia di Zuwara, in Libia. Immagini sconvolgenti e racconti orrifici. Un moto di emozione, e poi basta. La foto del bambino affogato con la pagella cucita nei pantaloncini, commovente lasciapassare per la felicità, è ormai uno sbiadito ricordo.
Si va avanti, invocando soluzioni che non ci sono. Un conto è la compassione, un altro la realtà. L’accoglienza indiscriminata genera rifiuto, intolleranza e razzismo. L’assegnazione di un alloggio ad una famiglia rom suscita la sollevazione feroce di un intero quartiere. Nell’ottobre del 2016 gli abitanti di Gorino bloccarono le vie di accesso al paese per impedire l’ingresso di un bus con dodici donne e otto bambini dalla pelle nera e poi festeggiarono la vittoria con tribali grigliate. A Macerata, il 3 febbraio 2018, il neofascista Luca Traini ferì a pistolettate sei africani: un recente servizio giornalistico ha rimarcato le vicissitudini senza fine di questi disgraziati.
Accadeva prima della pandemia, succederà di nuovo. Il terreno è fertile. Altro che il sacrosanto ius soli! Lampedusa scoppia e gli sbarchi, con la bella stagione, si moltiplicano. Sui salvataggi in mare continua il macabro rimpallo delle responsabilità e dei naufragi si è ormai perso il conto. Quanti cadaveri giacciono nell’acqueo sepolcro del Mediterraneo? Le parole si sprecano, le buone intenzioni anche. La quantità di piani annunciati e presto falliti o abbandonati asfalta la strada dell’inconcludenza.
Tutto è divisivo. L’ipotesi di una tassa sulle grandi eredità suscita scandalo dimenticando che la progressività e la proporzionalità delle imposte non sono dittatoriali precetti marxisti-leninisti bensì dettati costituzionali. La legge sull’omofobia, al di là dei legittimi dubbi normativi, fa uscire allo scoperto paure, pregiudizi. tabù. L’affettività, il sesso, l’identità di genere smuovono l’inconscio ossificato dalla morale cattolica.
Gli industriali gridano, e ottengono parziale soddisfazione a scapito del ministro Andrea Orlando, contro la proroga del blocco dei licenziamenti. Di fatto, sta per esplodere la bomba sociale di quasi 600 mila possibili esodi. I sindacati minacciano lo sciopero generale per contrastare la deregulation degli appalti. Hanno ragione, le morti bianche sono una tragica costante. Eppure, ammonisce Sabino Cassese, è impossibile semplificare se si resta prigionieri della cultura del sospetto.
Enrico Letta vuole ridare un’identità di sinistra al Pd ma intanto, spinta dai sondaggi, la destra si prepara a governare. E in tanti, per dirla con Leo Longanesi, corrono in soccorso del potenziale vincitore. Il sociologo Luca Ricolfi afferma che l’Italia contende al Belgio la maglia nera per la peggiore gestione del Covid. Alfredo Ambrosetti, l’ideatore del Forum di Cernobbio, pretende nuove elezioni e propone di mandare in Groenlandia il ministro Speranza. Giorgia Meloni ricorda di essersi formata leggendo il Signore degli anelli e, di conseguenza, non si farà corrompere dal potere. Palazzo Chigi viene riedificato sui campi Hobbit.
Un grande giornale, sotto il titolo dedicato alla tragedia della funivia e alla conta dei morti, spara l’enorme pubblicità di una compagnia navale con lo slogan “libera la tua voglia d’estate”. Le contraddizioni sono il nostro pane quotidiano.
Ibn al Arabì, maestro sufi, la corrente mistica dell’islamismo alla quale si abbeverava Battiato, sosteneva, intorno al 1200, che il raggiungimento della consapevolezza “si trova esattamente nello spazio posto tra il Sì e il No”.
Il vero centro di gravità permanente è la condizione umana.
Lo sapevano anche i gesuiti euclidei.
Marco Cianca