Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, ha posto la questione di fiducia, in Aula al Senato, sul maxiemendamento interamente sostitutivo del testo del dl P.A. Il testo è quello modificato prima dalla Camera e poi in sede di commissione al Senato.
Alle 14 inizierà nell’Aula la prima chiama per il voto di fiducia, mentre alle 16, al termine delle votazioni, riprenderà l’esame del ddl riforme.
Intanto la commissione Bilancio del Senato ha espresso parere favorevole al dl, con la condizione che siano accolti gli emendamenti del Governo che sopprimono le norme sulle pensioni.
I commissari hanno però espresso parere contrario riguardo gli incarichi dei magistrati. Il Servizio Bilancio aveva infatti già sottolineato che prevedere che le toghe con ruoli nella Pa non possano ricorrere all’aspettativa, anche se già in essere, potrebbe avere effetti negativi per la finanza pubblica e sarebbe quindi opportuno fare salve le aspettative già scattate.
“Il governo prende atto e si impegna a recepire” i rilievi della commissione Bilancio del Senato sulle aspettative dei magistrati. In questo modo il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, intervenendo in Aula a Palazzo Madama, ha quindi accolto la richiesta dei commissari di eliminare dal maxiemendamento al dl P.A., sul quale è stata posta la fiducia, la parte che consiste in uno stop alle aspettative dei magistrati anche se già in corso, che saranno così salvate.
Per lo stop alle norme sul lavoratori ‘quota96′ “non c’è nessun problema di marcia indietro del governo, nè di firma del provvedimento da parte del Quirinalè’. Lo ha detto in Aula al senato il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, prima che il governo ponesse la questione di fiducia sul dl.
Sulle polemiche insorte ieri Madia ha aggiunto: “Non scomodiamo il Quirinale e il capo dello Stato, che anzi ringrazio del lavoro appassionato e scrupoloso in difesa della nostra Costituzione. La firma del Capo dello Stato è stata apposta sul decreto uscito dal Cdm e i rilievi del ministero dell’Economia di queste ore sono su norme entrate nel decreto dopo una normale dialettica democratica parlamentare.
Quindi il ministro ha spiegato: “Non si sono create le condizioni per un intervento su ‘quota 96′ per diverse ragioni. Ieri il presidente del Consiglio ha detto che entro agosto ci sarà un intervento strutturale sulla scuola. Si affronteranno i temi della precarietà e delle entrate degli insegnanti nella scuola e del suo rinnovamento’.