Hanno sempre ricevuto il loro stipendio il giorno 15 di ogni mese. Ma dopo l’arresto dei due fratelli Alessandro e Nicola Fazio per presunti legami con la famiglia mafiosa catanese dei Laudani e il conseguente commissariamento delle 5 società del gruppo che tra l’altro gestisce la sicurezza del Palazzo di Giustizia di Milano, i circa 600 lavoratori della Securpolice sono rimasti a bocca asciutta.
Così questa mattina i sindacati di base dei Cub hanno organizzato un presidio che vede alcune decine di persone riunite davanti alla cittadella giudiziaria milanese. Chiedono tutti il pagamento di uno stipendio necessario, affermano, “per poter sopravvivere”.
La gestione operativa delle società del gruppo è stata affidata dal gip Giulio Fanales all’amministratore giudiziario Alessandro Sabatino. “Ma una gestione attenta al rispetto delle leggi – denunciano i manifestanti – che tralascia e rinvia il pagamento degli stipendi non ha futuro”. Perché se l’azienda dovesse fallire, “significherebbe che le gestioni mafiose vincono”. Al contrario, si legge su un volantino che spiega le ragioni della protesta, “dobbiamo dimostrare che si può risalire la china, i lavoratori ce la possono mettere tutta, ma senza lo stipendio si sfiduciano”. No, insomma, “all’eutanasia di un’azienda” perché “in questo modo si getta via l’acqua sporca insieme al bambino”.
Ai dipendenti Securpolice è stato assicurato che il loro stipendio verrà accreditato nei prossimi giorni di questa settimana. Altrimenti, sostengono i sindacati di base, sarà lo Stato a dover intervenire per garantire “la salvaguardia dei posti di lavoro”.