I due sindacalisti di Fim Cisl e Fiom Cgil, Rino Barca e Franco Bardi, hanno passato la seconda notte sul silos della fabbrica di Portovesme a 70 metri di altezza per protestare contro il comportamento di Alcoa che non avrebbe rispettato gli impegni assunti lunedì scorso con il governo sul rallentamento delle procedure di fermata dell’impianto. Questa mattina i due sindacalisti hanno ricevuto la visita di rappresentanti delle segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm, Gianni Venturi, Sandro Pasotti e Gugliemo Gambardella.
Le condizioni del tempo di ieri pomeriggio e di questa notte, con pioggia e vento, non hanno scoraggiato la protesta dei due esponenti territoriali delle organizzazioni sindacali. “Fortunatamente adesso il vento è calato – ha spiegato al telefono Bardi – questa notte ci ha massacrato, ma per il momento andiamo avanti”.
Per le 15 di oggi è stato convocato un incontro fra i rappresentanti dell’azienda e le organizzazioni sindacali. “Vediamo che cosa sarà comunicato ai colleghi – ha concluso Bardi – qui su, comunque, siamo in due e dobbiamo decidere in due le prossime decisioni sulla protesta”. I sindacalisti hanno confermato che non scenderanno “fino a quando l’azienda non si rimangerà il piano di spegnimento delle celle elettrolitiche presentato in assemblea. Non è quello firmato a Roma”.
Intanto, al ministero dello Sviluppo economico, secondo quanto riferito da fonti sindacali e dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci, alle manifestazioni d’interesse già note dei gruppi svizzeri Glencore e Klesch e dell’italiana Kite Gen Research, si sono aggiunte quelle di due non meglio precisate società cinese e indiana. (FRN)