“ La manovrina di primavera del governo Gentiloni stanzia 2 milioni di euro per il Teatro Eliseo di Roma ”.
Ecco una fake new, mi sono detta.
Figuriamoci! Centinaia di storici teatri pubblici continuano a chiudere in tutta Italia, centinaia di compagnie teatrali, piccole e grandi, sono fallite da un pezzo e il Governo va a regalare 2 milioni a un teatro privato, da un paio di anni acquistato dal sig. Luca Barbareschi dai passati proprietari schiacciati dai debiti?
Per ottenere il magro contributo annuale del Fondo Unico dello Spettacolo, dimezzatosi negli anni, i teatri e le compagnie vengono passati al setaccio da paginate di algoritmi e all’improvviso, in barba agli algoritmi e al di fuori del Fondo, scatta un’unica regalìa da parte del sovrano di turno?
La notizia è certamente una “bufala”, mi sono ripetuta: viviamo in una democrazia parlamentare europea, non può essere vero.
Ma ti pare che uno Stato democratico decide di ripianare i debiti di un privato e non tira fuori un quattrino per uno storico teatro pubblico, il teatro Valle, tanto per fare un esempio e rimanere nella Capitale? Quel teatro Valle che per troppo tempo è stato la location di un’occupazione che voleva ridurre un bene pubblico a bene comune, facendolo gestire da una Fondazione privata e dai suoi comunardi?
Ma esiste il modo per capire se una notizia è vera o falsa: basta andare alla fonte, basta verificarla. In definitiva, e più semplicemente, basta decidersi a impiegare parte del proprio tempo a studiare.
Così ho cercato il decreto legge n° 50, pubblicato il 24 aprile 2017 nella Gazzetta ufficiale. Incredibile: tra le disposizioni urgenti in materia finanziaria e a favore delle zone colpite da eventi sismici, il comma 8 dell’articolo 22 è dedicato in esclusiva allo stanziamento di 2 milioni di euro al Teatro Eliseo di Roma “per spese ordinarie e straordinarie”.
Al Teatro Eliseo e basta.
Un grazioso regalo che lo Stato e i contribuenti italiani fanno al sig. Barbareschi, con i denari del Fondo per le attività cinematografiche.
Evviva.