“La pandemia sta andando avanti e non riusciamo a fermarla noi: i numeri degli alunni positivi sono in crescita. Non abbiamo numeri su quante sono le classi in Dad, solo il Ministero può darli, ma la previsione di Tuttoscuola di 200mila classi in Dad a sette giorni da oggi è facile da fare: basta applicare una crescita di tipo esponenziale e si arriva subito a questi numeri”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli a Rainews24.
Per Giannelli “non si possono fare affermazioni di principio come dire ‘vogliamo la scuola in presenza perché è meglio’: non è questo il punto, su questo siamo d’accordo e lo abbiamo sempre detto. Il punto e la nostra richiesta era che sarebbe stato preferibile rinviare di 2-3 settimane la riapertura per raggiungere obiettivi che oggi non sono raggiunti: avrebbe consentito di essere abbastanza sicuri di riaprire senza chiudere più”.
“Quello che il governo non ha voluto fare lo farà la pandemia. Ma lo pandemia lo farà costringendoci, noi invece avremmo potuto ritardare l’apertura per un tempo limitato e rinforzare le nostre difese. Il governo ha compiuto una scelta legittima, io non sono d’accordo, ma in uno stato democratico è normale che questo accada”, ha concluso.
Per il sottosegretario Pierpaolo Sileri ai microfoni di 24 Mattino, a Radio24 “È comprensibile la preoccupazione per la riapertura delle scuole, ma ci sono le condizioni per ripartire in sicurezza. Con oltre un milione e mezzo di italiani in isolamento ed una variante virale estremamente contagiosa ci potranno essere difficoltà e problemi organizzativi, come in tutti i settori economici e sociali, ma la scuola rappresenta da sempre una priorità per questo governo, che ha ritenuto necessario andare avanti.”
A tal fine, ha ricordato Sileri, sono state modificate le regole per la gestione dei casi e delle quarantene, ed il commissario per l`emergenza ha confermato la disponibilità di test rapidi gratuiti. “Col passare dei giorni le cose miglioreranno, soprattutto quando avremo superato il picco dei casi legati alla variante Omicron, che possiamo stimare arriverà tra la seconda e la terza decade di gennaio”.
Per quanto riguarda l`obbligo vaccinale e la scelta del governo di imporlo solo adesso e solo alle persone con più di 50 anni di età, Sileri ha sottolineato come la variante Omicron, estremamente più contagiosa dei ceppi precedenti, ha reso necessaria la rimodulazione delle strategie di contrasto alla pandemia; “inoltre tutte le evidenze scientifiche concordano su un rischio di ricovero e di malattia grave significativamente più elevato per coloro che hanno superato i 50-60 anni di età, specie se con fattori di rischio per altre patologie. La multa di 100 euro per chi non si vaccina può sembrare poca cosa, ma è un ulteriore incentivo a vaccinarsi che si aggiunge all`impossibilità di andare al lavoro per chi non sarà vaccinato ed alla impossibilità di svolgere tantissime attività senza il green pass da vaccinazione o da guarigione”.
“La luce in fondo al tunnel io la vedo da quando sono arrivati i vaccini”, ha concluso Sileri, “guardiamo il numero dei casi di un anno fa ed i numeri di oggi, con una variante estremamente più contagiosa, e poi guardiamo il numero dei ricoverati in terapia intensiva: i vaccini ci proteggono dalla malattia e ci consentono oggi, a differenza di un anno fa, di tenere aperte in sicurezza le attività economiche e sociali”.
E.G.