Scoppia la polemica dopo che la Fiat ha annunciato che rivedrà il Fabbrica Italia. “Marchionne ha avuto la produttività in più e non ha fatto nulla. L’accordo di Pomigliano è una barbarie”. Questo il durissimo commento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, cerca invece di gettare acqua sul fuoco e ricorda che il mercato dell’auto “è al lumicino”. “La speranza – afferma – è che riprenda vivacità per riottenere una produzione capace di riassorbire tutte le persone che lavorano nel settore”. Sulla stessa lunghezza d’onda il numero uno della Uilm, Rocco Palombella, per il quale “occorre resistere fino a metà del 2013” e fino ad allora la Fiat “può utilizzare contratti di solidarietà e cassa integrazione”. Anche l’Ugl invita “a uno sforzo comune per vedere oltre la crisi”. Molto duro invece il commento della Fiom Cgil. “La crisi ha aggravato le debolezze del piano Fabbrica Italia che non è mai veramente partito. E’ stato solo usato per dividere i lavoratori e i sindacati”, sostiene Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom. Fuori dal coro Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato Fismic: “non c’è bisogno di alcun intervento di Monti o dei suoi ministri. Marchionne ha ribadito che comunicherà le sue scelte a fine ottobre. Nessuna novità, nessun cambiamento”.
Intanto si muove il governo. Corrado Passera, ribadisce che chiederà al Lingotto “tutti i chiarimenti” su Fabbrica Italia. (LF)
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