Non c’è nulla ancora di deciso rispetto su tagli a Fincantieri. Dopo che nella giornata di ieri si erano diffuse indiscrezioni rilanciate dalla stampa sulla presenza di forti tagli nel nuovo piano industriale, Fincantieri ha oggi smentito che vi siano decisioni già prese. In un comunicato diffuso oggi Fincantieri ha detto che”l’azienda non ha preso alcuna decisione, e comunque prima di procedere in qualsiasi direzione ha ben presente la necessità di aprire un’ampia discussione con il sindacato e le istituzioni”: Nonostante questo gli operai del gruppo sono subito scesi in piazza da Palermo fino a Genova.
Fincantieri sceglie quindi l’approccio del negoziato dopo che nelle ultime ore sono filtrati i contenuti della bozza del piano industriale 2010-2014 del gruppo, all’esame dell’azionista pubblico Fintecna (controllato dal Tesoro).
Il piano sposta l’asse strategico di Fincantieri verso gli Stati Uniti e ridimensiona la presenza in Italia. Secondo il documento di 53 anticipato ieri da Repubblica, il cantiere di Castellamare sarebbe chiuso e riconvertito in una marina turistica; stessa sorte per quello militare di Riva Trigoso, che vedrebbe le sue produzioni meccaniche trasferite a Sestri Ponente, a sua volta dimezzato. Quanto agli organici, nei cantieri italiani sarebbero previsti 2450 esuberi (di cui 1770 nella divisione mercantile e nelle riparazioni navali, 550 nel militare, nei megayacht e nei sistemi e componenti; 120 nella corporate); 900, al contrario, sarebbero le assunzioni negli Usa, con la controllata Fincantieri Marine Group. Il piano conferma il ruolo strategico di Monfalcone nel settore delle navi da crociera: il portafoglio ordini (9,8 miliardi) è migliore rispetto ad altri cantieri. La cassa integrazione (450 a rotazione) dovrebbe rientrare a fine anno, si sottolinea a Trieste.
Le indiscrezioni sul piano hanno subito messo in allerta i sindacati che chiedono spiegazioni a Fincantieri, alle regioni coinvolte ed al governo. Per Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Ugl metalmeccanici, si tratta di un piano “inaccettabile”. I sindacati lamentano anche la mancata convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi, dopo oltre un anno dall’apertura della vertenza sulla cantieristica navale determinata dalla crisi del settore. (LF)