Botta e risposta tra il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, e il presidente del Consiglio, Mario Monti sulla questione della spending review. Il presidente degli industriali infatti nei giorni scorsi aveva duramente criticato il provvedimento del governo dei tecnici, rispetto al quale “la delusione c’è” e “rimane intatta perché è la stessa dei piccoli associati”.
Parlando alla Conferenza economica di Aix-en-Provence, Mario Monti ha speso poche, ma dure parole contro il presidente di Confindustria per il giudizio espresso sulle scelte del governo in tema di revisione della spesa: “Dichiarazioni di questo tipo – ha detto il premier – , come è avvenuto nei mesi scorsi, fanno aumentare lo spread e i tassi a carico non solo del debito, ma anche delle imprese; quindi invito a non fare danno alle imprese”.
Per Monti le critiche di Squinzi rappresentano l’ultimo di una lunga serie di attacchi alla politica economica del Governo. “A fine marzo la Marcegaglia – ha elencato il presidente del consiglio – aveva detto alla stampa internazionale che la riforma del lavoro è pessima, il 19 giugno Squinzi ha detto che la riforma del lavoro è, cito, ‘una vera boiata’. Ieri il medesimo presidente Squinzi si è associato ai commenti di un leader sindacale nel sottolineare i rischi di macelleria sociale e ha poi dato un voto al governo. E sempre Squinzi ha dichiarato che gli sembra pericoloso che l’Italia si avvii a realizzare il pareggio di bilancio nei tempi che il precedente governo aveva già fissato”.
Anche i grandi associati di Confindustria non condividono la posizione del loro presidente. Duro l’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, che dice: “La Confindustria deve interagire con il governo con l’autorevolezza del suo contributo tecnico e non con battute. Quei termini possono essere legittimamente usati dai sindacati ma non dalla Confindustria. E comunque anche nell’esercizio della critica bisogna salvaguardare l’autorevolezza dell’istituzione confindustriale”. Per Bernabè, inoltre, Monti “ha restituito autorevolezza all’Italia in un momento di grave difficoltà. I mercati sono preoccupati non tanto per quello che Monti sta facendo, ma della possibilità che dopo Monti si torni alla situazione di prima. In questa situazione il paese deve dare il segno della massima compattezza ed evitare passi falsi in un momento di grave difficoltà per l’Italia e per l’Europa”. Ma Bernabè non è il solo imprenditore ad attaccare Squinzi. Montezemolo, Tronchetti Provera, Gianfelice Rocca (Techint) sono assai critici, Meomartini (Assolombarda) e Scaroni (Eni) propendono per il malinteso.
Secondo Luca di Montezemolo “dichiarazioni come quelle di Squinzi, sia nel merito che nel linguaggio, non si addicono a un presidente di Confindustria, fanno male e sono certo che non esprimano la linea di una Confindustria civile e responsabile, che anche quando esercita un diritto di critica costruttiva non dimentica mai di mettere al primo posto l’interesse e soprattutto la credibilità internazionale del proprio Paese”.
“Chi ha l’onore di rappresentare gli imprenditori italiani – ha aggiunto Montezemolo – ha l’obbligo di contribuire a sostenere l’immagine e la credibilità del Paese. Soprattutto in momenti di crisi così difficile occorre grande senso di responsabilità, coesione, spirito civile e massimo sostegno al Presidente del consiglio, che con grande impegno e capacità, sta faticosamente ricostruendo la credibiltà internazionale del nostro Paese”.