La Fit Cisl si prepara alla raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che intende migliorare la legge 146 del 1990 sugli scioperi. L’intento è renderlo sia efficace, sia meno impopolare agli occhi dei cittadini, che si vedono negato un servizio esenziale, come ad esempio il trasporto pubblico. L’iniziativa punta a creare un reale danno alle aziende per spingerle, se non nell’accettare, almeno nel prestare attenzione alle richieste dei sindacati , considerato ad esempio che il contratto degli autoferrotranviari è scaduto da ormai 7 anni. E a niente sono serviti 13 scioperi “tradizionali”.
Nel dettaglio, la proposta del sindacato di categoria Fit Cisl è la seguente: se il sindacato proclama uno sciopero per il rinnovo di contratti nazionali, in ambiti dove il 50% dell’introito delle aziende viene dai contributi pubblici, quindi i servizi pubblici locali, per quel giorno i contributi le aziende non li prendono. I soldi confluiranno invece nel fondo di solidarietà della categoria.
Inoltre, “siccome i viaggiatori e i pendolari sono incolpevoli, sottolinea il segretario generale della Fit-Cisl Giovanni Luciano, e siccome la legge prevede le fasce di garanzia e i servizi minimi”, nella proposta di legge il sindacato propone il trasporto gratuito delle persone.
“La Fit si appresta a un’impresa inedita – spiega Giovanni Luciano: combattere ad armi impari uno squilibrio palese, quello della legge 146 del 1990 sullo sciopero. Il sindacato rischia e spesso prende sanzioni, ha le mani legate, e di contro le aziende non sono mai chiamate in causa rispetto ai loro comportamenti disinvolti che generano conflitto o lo acuiscono, come spessissimo accade e come è stato certificato persino dal Presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi nella sua relazione annuale del 1 luglio scorso”.
Per spiegare dove e come firmare per la proposta di legge, sarà lanciata a giorni una campagna pubblicitaria nazionale.
E.G.