Dalle piazze di Roma, Milano, Bari, Cagliari e Palermo i leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, lanciano un avvertimento al Governo: senza risposte concrete per cambiare la legge di bilancio nel segno dell’equità e giustizia sociale lo sciopero, cui non ha aderito la Cisl di Luigi Sbarra che invece manifesterà separatamente sabato prossimo in piazza Santi Apostoli a Roma, sarà solo l’inizio di una battaglia per ottenere risultati su fisco, pensioni, lavoro e welfare.
Le due confederazioni sindacali promettono che non si fermeranno. Il Paese ha bisogno di riforme, ridurre le diseguaglianze, combattere la precarietà. E ne ha bisogno adesso perché ci sono cittadini che soffrono: giovani, donne, pensionati, lavoratori con salari bassi e sempre minori tutele e diritti, coloro che hanno sempre pagato le tasse. Il momento di cambiare è questo, non c’è altro tempo da perdere. C’è un disagio sociale che rischia di portare a una rottura democratica. E’ pertanto necessario costruire un nuovo modello economico e sociale che parta da una lotta seria all’evasione fiscale e che rimetta al centro il valore del lavoro.
“Sta aumentando la distanza tra il palazzo della politica e il Paese – ha detto Landini dal palco della manifestazione principale in piazza del Popolo a Roma – noi stiamo dando voce a chi invece vuole che in questo Paese si affermi la giustizia sociale e perché il mondo del lavoro torni a essere centrale. Siamo stati convocati per lunedì per discutere di pensioni. Noi ci andiamo perché vogliamo una riforma vera. Non ci accontentiamo di qualche leggera modifica o aggiunta. Non ci fermeremo, lo sciopero e le piazze di oggi ci dicono che non siamo noi a essere isolati. Lo sono quelli che non hanno il consenso”.
“Siamo persone perbene, non abbiamo scritto Jo Condor sulla fronte. Le tasse le abbiamo sempre pagate. Bisogna introdurre il principio che bisogna pagarle tutti e abbassarle a chi le ha sempre pagate. C’è il rischio di una rottura democratica di rappresentanza tra i cittadini e i palazzi della politica”.
Gli fa eco Bombardieri che ha messo in risalto le “cinque piazze piene. Chiediamo al Governo di fare scelte diverse. Il Paese ha bisogno di riposte che fino ad ora sono state insufficienti.
Svegliatevi e ascoltate queste piazze. Il disagio sociale c’è e non possiamo non rappresentarlo. Lanciamo un segnale al Governo, alla politica e al Paese: c’è gente che soffre, chiede aiuto e di superare le diseguaglianze e le povertà”.
Cgil e Uil respingono le critiche di parte della politica che ha puntato il dito su uno sciopero proclamato in piena quarta ondata pandemica. “E’ la risposta migliore a chi in questi giorni ha tentato di dipingerci come irresponsabili. Ciò che divide il Paese non è lo sciopero, ma l’evasione fiscale e la precarietà”, ha affermato Landini. “Se non ora, quando avremmo dovuto manifestare per le persone che stanno in difficoltà?”, si è domandato Bombardieri.
Accogliendo le indicazioni del garante degli scioperi, Cgil e Uil hanno esentato dalla giornata di protesta i lavoratori della sanità e dei servizi essenziali. Accuse all’esecutivo sono poi state rivolte sull’impianto della riforma fiscale. “C’è qualcuno che vorrebbe ancora introdurre il condono, stanno discutendo della rottamazione delle cartelle”, ha ricordato Landini.
“Abbiamo chiesto di partire da chi stava in difficoltà, si è invece deciso di fare una riforma a spot”, ha osservato Bombardieri. I due leader sindacali ne hanno anche per il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “Questa giornata di lotta ha reso triste il presidente, mi è venuto in mente Enzo Jannacci e la canzone ‘Ho visto un re’. Confindustria dovrebbe dire ai suoi associati che non devono delocalizzare e licenziare”, ha attaccato Landini. “Bonomi è triste un giorno solo, qui i lavoratori sono tristi tutti i giorni perché hanno perso il posto di lavoro. Pensi a loro e alle aziende che hanno licenziato”, ha aggiunto Bombardieri.
Disagi per lo sciopero si sono registrati in diverse città. Tra i lavoratori metalmeccanici, ha reso noto la Fiom, le adesioni alla protesta hanno sfiorato l’80%. Cgil e Uil, che hanno anche attaccato il Governo per non essere riuscito ancora a sciogliere i gruppi che si richiamano al fascismo, hanno infine lanciato un messaggio distensivo alla Cisl: il sindacato confederale non ha bisogno di divisioni, ma di unità. “Mi auguro che anche la piazza di sabato sarà piena”, ha concluso Landini.
Infine, l’adesione sembra sia al di sotto del 5% tra i lavoratori delle associate di Confindustria allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro la manovra. Lo rendono noto fonti dell’Associazione in attesa dei dati definitivi al termine del terzo turno di lavoro che finisce domani mattina alle 6.
E.G.