“Abbiamo chiesto alla Fiat di fornirci a breve i piani dettagliati per tutti gli stabilimenti”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, in occasione dell’informativa al Senato sullo stabilimento di Termini Imerese che è stata anche l’occasione per informare il Parlamento sul piano industriale del Lingotto presentato al governo lo scorso 22 dicembre. Obiettivo della Fiat, ha riportato Scajola, è di produrre nel mondo, grazie all’accordo con Chrysler, almeno 5 milioni e mezzo di autovetture all’anno entro i prossimi cinque anni, proiettando l’azienda ai primi posti tra i produttori mondiali. “L’azienda torinese ha confermato la centralità dell’Italia e ha annunciato che destinerà al nostro Paese due terzi degli 8 miliardi di investimenti previsti nel prossimo biennio e che gli stabilimenti auto di Mirafiori, Cassino, Melfi e Pomigliano d’Arco non subiranno riduzioni di capacità produttiva”. Su richiesta del Governo, anzi, Fiat ha programmato un aumento della produzione in Italia di quasi il 50%: entro il 2012, il numero delle vetture prodotte nel nostro Paese passerà, quindi, da 650 mila a 900 mila unità l’anno. “Un risultato positivo – ha commentato Scajola – se consideriamo il contesto di sovrapproduzione mondiale e le notizie di chiusura di stabilimenti anche in altri Paesi europei: cito, per tutti, il caso della Opel di Anversa, con oltre 2.600 lavoratori”. Scajola ha poi ricordato che Fiat ha anche deciso di riportare in Italia, a Pomigliano d’Arco, la costruzione della nuova Panda, ed ha rilevato lo stabilimento Bertone nel Torinese, “con oltre mille dipendenti, che rischiava di chiudere e dove invece saranno prodotti due modelli Chrysler per l’Europa e anche per gli Stati Uniti”. Tutto questo in uno scenario molto mutato in Europa e che vede il numero dei marchi automobilistici diminuito dai 58 del 1964 agli attuali 22; il numero dei modelli in produzione, per contro, è aumentato da 72 a più di 200. “Negli ultimi anni l’offerta di auto nel mondo è stata superiore alla capacità di assorbimento del mercato” ha aggiunto Scajola sottolineando che in Europa molti Governi hanno assecondato e incoraggiato questa tendenza, con interventi di sostegno diretti a favorire la creazione di nuovi stabilimenti nei rispettivi Paesi. Ma, ha evidenziato il Ministro, “nei mercati maturi, come Stati Uniti ed Europa, c’è un eccesso strutturale di capacità produttiva che richiede profonde ristrutturazioni, mentre la nuova domanda si sta formando nei Paesi emergenti, ma sarà una domanda diversa, che richiederà una produzione diversa”. (FRN)
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