“La nostra è una proposta organica di riorganizzazione del lavoro pubblico”. Così Rossana Dettori, segretario generale Fp Cgil, ha definito le proposte unitarie dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil durante la conferenza stampa dei segretari generali tenutasi presso il palazzo della Provincia di Roma.I sindacati chiedono il blocco del turn over dei dirigenti, e l’assunzione di 100 mila giovani nell’arco di tre-cinque anni.
In vista dell’incontro del 12 giugno durante il quale i sindacati illustreranno le proprie proposte al ministro della Pubblica Amministrazione Madia, un giorno prima del varo definitivo del Consiglio dei ministri, i sindacati chiedono al governo “coraggio” per aprire un confronto serio sulle loro proposte. Eppure alcune dubbi persistono: “Quel che temiamo, è che l’incontro di domani possa risolversi nell’ennesima occasione di ‘spot elettorale’, piuttosto che in una reale intenzione di dialogo”, ha affermato il segretario generale Uil-Fp, Giovanni Torluccio.
“Noi vorremmo che il governo prendesse in seria considerazione di operare insieme le riforme istituzionali con quella della pubblica amministrazione”, ha precisato il segretario Cgil, “e per farlo, il passaggio obbligato è la sburocratizzazione e la semplificazione del settore, richiesta da tempo avanzata dalle organizzazioni sindacali. Ora, però, chiediamo fatti”.
Per Giovanni Faverin (Csl-Fp) il punto critico dell’operazione unitaria di riforma starà nella capacità di rompere il circolo che lega gli interessi della politica a quelli del corpo manageriale. “Temiamo che la disorganizzazione della pubblica amministrazione sia stata volutamente costruita in modo da avere a disposizione l’alibi che da la colpa ai lavoratori”, ha affermato il segretario generale, aggiungendo: “Forse non si vuole riformare perché così facendo si andrebbero a intaccare interessi politici e manageriali, togliendo leve di comando a troppi amministratori”.
Quanto alla mobilità obbligatoria, uno dei punti fermi contenuti nel testo di legge, Giovanni Torluccio ha dichiarato che i sindacati sono favorevoli alla regolamentazione della mobilità, ma attraverso “criteri ‘oggettivi’ che garantiscano efficienza e risparmio”. In più, laddove nel testo è scritto che la valutazione dei dirigenti sarà effettata sulla base dell’andamento del Pil, i segretari avanzano la proposta di utilizzare “criteri di merito” basati sulla soddisfazione dei cittadini e sulla capacità dei manager di gestire il lavoro d’equipe.
“Con la riduzione del numero dei dirigenti e l’incremento dell’assunzione di giovani preparati e ben formati, è possibilissimo attuare una buona riforma a costi bassi”, ha proseguito il segretario di Uil-Pa, concludendo: “Fuori gli affari e dentro la qualità per incrementare la produttività”
Benedetto Attili (Uil-Pa) ha precisato che i due principali canali nei quali investire le risorse del settore saranno la contrattazione, in particolare per il rinnovo del contratto nazionale, fermo ormai dal 2009 e definito come “lo strumento che permetterà di rilanciare il lavoro pubblico”, e la staffetta generazionale, considerata fondamentale in un settore in cui “l’età media si aggira sui 52-54 anni”.