Roberto Santarelli, direttore generale di Federmeccanica, non è falco né colomba: la sua visione delle relazioni sindacali è improntata a una sana pragmaticità, che evita posizioni precostituite. Dunque, anche per quanto riguarda l’atteggiamento delle imprese metalmeccaniche nei confronti della piattaforma recentemente varata dalla Fiom per il rinnovo del contratto che, secondo la categoria guidata da Maurizio Landini è in scadenza, mentre secondo le altre organizzazioni è valido per un altro anno buono, la sua posizione è quella di un anglosassone wait and see:
‘’Premesso che un contratto di categoria per noi esiste già – spiega Santarelli al Diario del Lavoro – ed è in vigore fino al termine del 2012, siamo abituati a pronunciarci solo su carte ufficiali: dunque, quando dalla Fiom ci manderanno formalmente la loro piattaforma, vedremo il da farsi. I nostri organismi si riuniranno e valuteranno.
Intende dire che comunque, in ogni caso, prenderete in considerazione anche la piattaforma Fiom?
Come ho detto, abbiamo già un contratto vigente e quindi mi sembra quanto meno prematuro discutere un’altra piattaforma. Dopodiché, come ho già detto, vedremo.
Valuterete anche alla luce dell’accordo interconfederale del 28 giugno?
Certamente. Si tratta, come è noto, di un testo che dice alcune cose anche per quanto concerne i contratti nazionali, indica i criteri di verifica della consistenza delle organizzazioni e della loro rappresentatività, quelli relativi ai tavoli negoziali, ecc. E’ chiaro che quel testo sarà il nostro riferimento anche per rispondere alla Fiom.
A proposito dell’accordo del 28 giugno, nella lettera della Bce al governo italiano, resa nota dal Corriere della Sera il 29 settembre, cioè dopo quasi due mesi dal momento in cui era stata inviata, è impossibile non notare che la sola cosa che in pratica viene approvata e lodata dalla severissima banca centrale europea è proprio l’accordo interconfederale.
Un riconoscimento assolutamente meritato, direi. E del resto, noi, come Federmeccanica, quell’accordo lo abbiamo fortemente voluto, e abbiamo operato perché i suoi contenuti fossero coerenti con quella che è la nostra impostazione nelle relazioni industriali. Ne è scaturito un ottimo accordo, ed è particolarmente rilevante che sia stato condiviso pienamente anche dalla Cgil. Quindi, il testo del 28 giugno sarà il faro che d’ora in avanti orienterà i nostri passi.
Dal fronte della Cgil, tuttavia, è stato anche sostenuto che l’articolo 8 del decreto governativo approvato in estate fosse in aperta contraddizione proprio con i contenuti dell’accordo di fine giugno.
Non vedo alcuna contraddizione. Entrambi i testi si muovono in direzione di un maggiore decentramento della contrattazione. Sono due strumenti differenti, ma la direzione di marcia è la stessa. Rimarco tuttavia che lo strumento essenziale con cui intendiamo regolare le nostre relazioni sindacali di qui in avanti è per noi l’accordo del 28 giugno.
Nunzia Penelope