Per il rilancio della sanità pubblica, dei servizi socio-assistenziali, del sostegno alla non autosufficienza. È questo il cuore del documento programmatico in 16 punti “La cura della persona, il valore del lavoro” presentato questa mattina dalla Cisl nel corso di una iniziativa organizzata con le categorie Cisl Fnp, Cisl Fp e Cisl Medici all’ Auditorium del Massimo di Roma Eur.
L’emergenza Covid ha evidenziato il “grande valore” del servizio sanitario nazionale, ma ha anche confermato “alcuni limiti strutturali” del comparto, si legge nel documento. Sono emerse “forti criticità” nell’erogazione dei servizi, soprattutto in termini di prevenzione e assistenza sul territorio, tempi di attesa e grado di integrazione tra servizi ospedalieri, territoriali e sociali. Criticità contrassegnate anche da “significative disparità territoriali”. Per la confederazione guidata da Luigi Sbarra è necessario costruire un “sistema integrato” di assistenza, incentrato sulla presa in carico della persona, spesso anziana e fragile, da sviluppare principalmente nell’ambito dei servizi territoriali, riservando all’ospedale un ruolo esclusivo nella fase delle acuzie. Poi superare la “visione miope” che non considera la sanità un investimento, facendola rientrare tra i settori strategici sui quali focalizzare l’attenzione, adottando misure e risorse significative.
Le criticità riscontrate durante la pandemia “non sono certamente risolte – sottolinea la Cisl – ma guardando al futuro l’approccio One Health tracciato nella missione 6 del Pnrr, le sfide della transizione digitale e soprattutto le opportunità offerte dal piano di ripresa rappresentano sicuramente un’occasione irripetibile per il rilancio del servizio sanitario”. Per garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute “sarà necessario intervenire a partire dall’incremento delle risorse del fondo sanitario nazionale”, spiega il sindacato. “Dopo la drammatica emergenza pandemica ci saremmo aspettati forti investimenti per la sanità pubblica – si legge nel documento – mentre il Def 2023 prevede una riduzione della spesa sanitaria: dal 6,7% del Pil nel 2023 al 6,2% nel 2025. Basterebbe intervenire con una seria lotta all’evasione per adeguare il finanziamento”.
Le proposte avanzate dalla Cisl partono dalla “priorità” di avviare tavoli di confronto si singoli temi. Gli obiettivi sono molteplici: assicurare sostegno economico alla crescita del fondo sanitario; intervenire sulle carenze degli organici per garantire servizi di qualità alle persone; rinnovare i contratti nazionali della sanità pubblica e privata; risorse Pnrr e medicina territoriale; adeguamento delle retribuzioni alla media di altri Paesi europei; ripristino del tavolo tecnico Agenas, ristabilire un corretto rapporto tra i posti letto pubblici e privati; depenalizzazione dell’atto medico; sicurezza nei posti di lavoro; rafforzamento della formazione del personale sanitario; revisione dei criteri di cui al DM 70 (atto normativo che risale al 2015 che ha portato a un’eccessiva contrazione di posti letto e strutture sanitarie pubbliche che debbono essere compensate); incremento delle risorse per l’assistenza intermedia post acuzie; integrazione socio-sanitaria e riforma della non autosufficienza; incentivare le iscrizioni verso alcune specializzazioni; integrare i Lea sanitari con i nuovi Leps da completare; affrontare il problema della mobilità sanitaria interregionale.
“Siamo all’inizio di un percorso che si pone come obiettivo una reale integrazione delle politiche sanitarie e sociali, una presa in carico del paziente sempre più intersettoriale, con una rinnovata attenzione alla prossimità, alla domiciliarità, alla continuità tra medicina del territorio e ospedaliera – dice la Cisl – innovare il sistema sanitario con le risorse europee significa non solo dare una prospettiva nuova alle misure di salute pubblica, ma contribuire a generare una dinamica positiva per l’intera economia nazionale utilizzando come acceleratori strategici fondamentali gli investimenti sulle competenze, la ricerca, l`innovazione, la trasformazione digitale. Il Covid – conclude – ci ha restituito una grande consapevolezza: ogni risorsa dedicata al rafforzamento della sanità è un investimento ad alto rendimento in termini di salute, coesione sociale ed economia”.
e.m.