Continua la frenata dei consumi e la crescita è troppo fragile, non basta. Lo afferma il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli aprendo l’assemblea generale dell’associazione. “I consumi delle famiglie – ha detto – rallenteranno nell’anno in corso, facendo registrare un incremento complessivo di appena lo 0,7% e, nel 2012, dell’1,2%. I consumi sono propellente prezioso per gli investimenti delle nostre imprese e per la loro domanda di occupazione. Una crescita così lenta, così modesta, così fragile non basta”.
Parlando di Fisco Sangalli ha detto “chi evade, e chiunque aiuti a evadere, mina le fondamenta del patto di stabilità e agisce contro la crescita, ma va ascoltato e capito”. “Occorre – ha aggiunto – ascoltare e capire le ragioni di chi davvero non ce la fa più a pagare troppe tasse. È gente che non conosce l’indirizzo dei paradisi fiscali, ma che sente sulla propria pelle il morso della crisi. Non meritano di essere tutti bollati come evasori e di essere condannati alla chiusura delle loro imprese”. Per Sangalli, “si deve procedere con determinazione sulla strada del contrasto e del recupero dell’evasione: un imponibile evaso per almeno 255 miliardi è una tremenda ipoteca per la crescita del Paese”.
Riguardo al commercio per il presidente “la grande crisi ha schiacciato le imprese del commercio: 54mila aziende chiuse in due anni, 26.000 nel 2010, 28mila l’anno prima. Eppure, debellando abusivismo e contraffazione, la nostra economia registrerebbe un incremento di valore aggiunto tra i 18 ed i 25 miliardi di euro”. Sangalli ha poi chiesto “più attenzione per il commercio italiano, risorsa straordinaria che necessita di regole più efficaci e coordinate, di un contrasto più determinato dell’abusivismo e contraffazione”. Infine parlando dei conti pubblici ha aggiunto che “è assolutamente necessario procedere con rapidità e decisione alla chirurgia ricostruttiva della spesa pubblica”. Per il presidente della Confcommercio “a partire dalla sanità, va ridefinito il perimetro di azione di tutte le amministrazioni pubbliche. Vanno ridefinite missioni, costi e standard di efficienza e di produttività, nella prospettiva della costruzioni di un federalismo che rafforzi il principio di responsabilità”. Non possiamo più permetterci, dice Sangalli, “il festival delle opere incompiute. E il federalismo fiscale sia l’occasione storica per raddrizzare l’albero storto della finanza pubblica superando l’asimmetria tra potere impositivo e potere di spesa”. (LF)
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