Che altro farà Matteo Salvini da oggi alle elezioni europee? Cosa, quali iniziative politiche (chiamiamole così) riuscirà ad inventarsi per riuscire a ottenere un po’ di visibilità sui giornali, sulle televisioni, sui sociali media e – spera lui – tra gli italiani? L’uomo è un vulcano di idee, tutte più o meno sbagliate, molte si sono rivelate un boomerang che gli è tornato addosso, ma lui non molla una palla. Non perde occasione per restare in silenzio, deve dire la sua su qualsiasi cosa accade in Italia e nel mondo. Se un gioielliere viene condannato a 17 anni di carcere perché colpevole di aver ucciso due rapinatori in fuga, addirittura freddandone uno mentre questo si trovava in macchina e non poteva certamente fargli nulla (peraltro la sua pistola era un giocattolo, ma il commerciante non poteva saperlo), il capo della Lega si schiera immediatamente al suo fianco. Della serie, la difesa è sempre legittima. Anche se in questo caso non si tratta di difesa ma di offesa, visto che i rapinatori stavano fuggendo e non avevano fatto male a nessuno. Inoltre, come decine e decine di giuristi hanno spiegato non è affatto vero che la difesa sia sempre legittima. Ma Salvini “se ne frega” dei giuristi dei giuristi e affini, l’unica cosa che conta per lui è la propaganda a qualsiasi costo.
Così come non ha alcun problema a mettersi insieme ai personaggi più di destra di tutto il continente europeo, tanto che domenica 3 dicembre li ha invitati tutti a Firenze per parlare del futuro dell’Europa, anche se i principali esponenti di questo nuovo fascismo hanno declinato l’invito con scuse più o meno vere. Magari, chissà, erano imbarazzati a farsi vedere accanto a Salvini in una tale adunanza in vista di elezioni complicate per questi sovranisti, i sondaggi infatti non li premiano per niente.
Ma forse l’imbarazzo non c’era da quelle parti, ma invece c’era e c’è tuttora tra gli alleati della Lega in Italia, cioè Forza Italia e addirittura i Fratelli di Giorgia Meloni. Anche per loro il super attivismo del leader leghista sta superando il limite, per esempio quando attacca frontalmente la presidente del Parlamento europeo, proprio mentre Roberta Metsola si trova in Italia e sta per essere ricevuta dalla nostra premier. Ma, più in generale, le violente bordate contro l’Europa non possono far piacere né a Tajani e nemmeno a Meloni, i quali al contrario in Europa vogliono stare e con questa Europa vogliono interloquire.
Evidentemente il cambio di linea, se non di pelle, della premier italiana (non a caso è stata definita il camaleonte), che è passata in un batter d’occhio da un antieuropeismo viscerale al suo contrario, non va giù a Salvini. Il quale, però, avendo un qualcosa che assomiglia lontanamente al fiuto politico, ha capito che per lui si è aperto un piccolo varco elettorale. Se Meloni arretra sul quel fronte, lui avanza. E avanzando spara a zero. Sperando così di riconquistare una parte dei voti persi negli ultimi anni, passando dal 32 al 9 per cento. Tutti finiti nelle tasche di Giorgia.
E adesso che siamo di nuovo immersi nel Covid, non è difficile prevedere che si aprirà una gara a chi è più no vax. Intanto c’è da segnalare che il governo finora non ha fatto quasi nulla per sensibilizzare gli italiani e convincerli a vaccinarsi, almeno gli anziani e i più fragili. Niente, silenzio di tomba (è il caso di dirlo, visto che in una settimana sono morte trecento persone), però se il virus non dovesse fermarsi, se i contagi aumentassero e così i ricoveri in terapia intensiva e così i morti, è improbabile che Meloni riesca a restare in silenzio, qualcosa dovrà dire e fare per proteggere i suoi cittadini. E qui Salvini avrà buon gioco per riaprire la polemica contro i vaccini, che non servono, anzi che fanno male, che sono utili solo ai profitti delle multinazionali dei farmaci, che questo Covid è solo una specie di influenza, e così via di cazzata e in cazzata. Ovviamente sulla pelle degli italiani nel vero senso della parola.
Riccardo Barenghi