I segretari confederali del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil manifestano la loro preoccupazione sull’andamento della discussione parlamentare del DL 101/2013. Le posizioni che si vanno delineando, infatti, rischiano di peggiorare ulteriormente un provvedimento che le scriventi organizzazioni avevano già proposto di migliorare attraverso la presentazione di propri emendamenti.
Oltre alla situazione di estremo disagio dei dipendenti a tempo determinato il cui futuro rimane avvolto nell’incertezza, costretti a mortificanti attese di periodiche proroghe, la mancata adozione di un provvedimento davvero efficace di stabilità del rapporto di lavoro comporterebbe il concreto rischio di impedire l’erogazione di servizi essenziali da parte delle pubbliche amministrazioni, dato che in migliaia di casi questi lavoratori sono inseriti organicamente nella quotidiana attività delle pubbliche amministrazioni.
L’ennesima emergenza occupazionale – che Cgil Cisl e Uil vogliono evitare si vada ad aggiungere a quelle purtroppo già in essere – si accompagnerebbe quindi ad una estesa contrazione dei servizi ai cittadini ed alle imprese, proprio in un momento in cui occorre produrre invece il massimo sforzo per un rilancio generale. L’emanazione di un solido impianto legislativo, per la progressiva immissione nei ruoli ordinari delle amministrazioni pubbliche dei dipendenti, in servizio con contratto non a tempo indeterminato, deve quindi rappresentare l’occasione per giungere al ‘superamento del precariato”’, così da riportare il Paese ad una normale e più fruttifera gestione delle proprie risorse umane.
Per questi motivi le scriventi organizzazioni hanno chiesto questa mattina un urgente incontro al Sig. Presidente del Senato ed ai capigruppo di Partito Democratico, Scelta Civica, Popolo della Libertà, Movimento 5 stelle, Gruppo Misto, e sollecitano un rapido intervento del governo già durante l’iter parlamentare per riportare dentro l’alveo delle soluzioni fattive e con i tempi adeguati le risposte alle problematiche dei lavoratori precari.