Peggiora a dicembre la fiducia dei commercianti italiani. Lo sostiene l’Isae nella sua consueta indagine. L’indicatore sintetico scende da 101,8 a 96,9 mantenendosi comunque sui valori medi dell’intero anno. Tornano a scendere, dopo il forte miglioramento registrato in novembre, le aspettative sul volume futuro delle vendite e nuovi segnali negativi emergono anche dai giudizi sull’andamento attuale degli affari. Le imprese si dichiarano poi preoccupate per quanto riguarda il volume degli ordini e quello dell’occupazione. Sul fronte dei prezzi, sono valutate in rallentamento le tensioni inflazionistiche correnti, ma in accentuazione quelle future. Scende anche, secondo le analisi dell’Isae, il clima di fiducia nelle settore delle costruzioni. L’indice, nel mese di novembre, passa 80,4 a 67,4. Tra le variabili componenti l’indicatore, tornano a peggiorare i giudizi sui piani di costruzione, il cui saldo continua a rimanere negativo. In deciso peggioramento risultano essere anche le prospettive sui piani di costruzione e quelle sui prezzi. Gli ostacoli maggiori alla ripresa dell’attività sono secondo gli imprenditori l’insufficienza della domanda e le condizioni climatiche sfavorevoli. In lieve calo, risulta essere secondo l’istituto, anche la fiducia nei servizi di mercato a dicembre. L’indice scende a -3 da -2 del mese scorso. Tra le variabili componenti l’indice, si deteriorano sia le aspettative sugli ordini, sia quelle sull’economia nel suo complesso. Recuperano, per contro, i giudizi sugli ordini. Alcune differenze emergono a livello settoriale e territoriale. Il clima recupera nei servizi alle famiglie, sale in quelli finanziari e scende nei servizi alle imprese. Nel dettaglio territoriale, la fiducia recupera nel nord ovest e cala nel nord est, al centro e al sud. Tra le varianti non componenti l’indice, sono in lieve calo sia il saldo sull’occupazione corrente, sia quella sull’occupazione attesa. Infine risulta invece in crescita, secondo l’Isae, a dicembre la fiducia delle imprese manifatturiere. L’indice sale da 79, 4 a 82,6 attestandosi sui massimi dal giugno 2008. L’aumento è dovuto al forte recupero delle attese di produzione e dei giudizi sul portafoglio ordini (soprattutto sui mercati esteri). Le scorte si mantengono stabili e comunque al di sotto dei livelli considerati normali. Migliorano anche le condizioni di accesso al credito, con un netto calo delle imprese che si ritengono razionate. Una maggiore fiducia caratterizza tutti i comparti, ma con differente intensità. L’indice infatti cresce maggiormente nel comparto dei beni di investimento e di consumo. La crescita della fiducia è diffusa, anche se con intensità diversa, a tutto il territorio nazionale. Una crescita maggiore è rilevata nel mezzogiorno e nel nord ovest e cresce più lentamente nel centro e nel nord est.
(LF)