Due vetture, un mini-suv e una city-car per un totale di 35 mila auto all’anno, l’assunzione dell’intero personale diretto (1.456 lavoratori) e un investimento di circa 300 milioni di euro, 97-98 milioni dei quali come dote governativa. Avvio della produzione nel 2012. Ecco quello prevede l’imprenditore Gian Mario Rossignolo per il futuro dello stabilimento di Termini Imerese che la Fiat ha deciso di chiudere a fine 2011.
Il progetto di Rossignolo, anticipato da la Repubblicà di Palermo, è inserito nella short-list che l’advisor Invitalia ha consegnato al ministero per lo Sviluppo, che comprende in totale sette proposte per la fabbrica della Fiat dove al momento 2.200 operai, tra diretti e indotto, assemblano la Lancia Ypsilon.
Gianluca Rossignolo, figlio del patron del marchio De Tomaso, conferma che il piano consentirà il mantenimento dei livelli occupazionali nella fabbrica, ritenendo gli operai siciliani “gente che le auto le sa fare”. A Termini Imerese è prevista la produzione di 25-28 mila mini-suv e 8-9mila city-car, due modelli che si aggiungeranno ai tre (crossover, sportiva e coupè) che saranno realizzati a Torino e a Livorno, negli stabilimenti di Grugliasco (ex Pininfarina) e dell’ex Delphi, e presentati nel prossimo salone dell’auto a Ginevra. Il gruppo Rossignolo sta definendo con le istituzioni finanziarie la strutturazione dell’operazione che prevede anche il ricorso all’indebitamento a tassi di mercato per 190 milioni di euro, mentre il resto del capitale sarà versato dai soci e da partner.
Rossignolo ha chiesto al ministero di potere cominciare subito lo sviluppo delle vetture, “magari riservando un piccolo spazio nello stabilimento per un team dedicato che studi il layout per la riconversione”. “Solo così – avverte l’imprenditore – potremo essere pronti a produrre nel 2012”. (LF)
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