In un recente comunicato Roberto Campo, segretario generale della Uil Abruzzo, si interroga sul rischio di una penalizzazione che potrebbe subire la regione Abruzzo e con esse le altre regioni d’Italia definite – in transizione – se l’Unione Europea dovesse, come si prospetta, diminuire i fondi da 643 milioni di euro a circa 400 milioni di euro per la programmazione 2014-2020.
Campo nel suo comunicato lei chiede a gran voce che la regione Abruzzo e le parti sociali si incontrino con il governo per discutere della quantità delle risorse messe a disposizione per la regione Abruzzo dall’UE per la programmazione 2014-2014. Da cosa nascono la sua preoccupazione e la sua richiesta?
Dal rischio concreto che corre la regione Abruzzo, che pur essendo stata definita regione “in transizione” ovvero non ancora pronta per la competitività, invece di ricevere maggiori finanziamenti, potrebbe subire tagli notevoli delle risorse europee. Io chiedo che la regione si attivi con le parti sociali e chieda confronto con il governo per cercare di modificare l’atteggiamento dell’UE nei confronti delle regioni italiane. Inoltre il governo aveva promesso una dotazione congrua del Fondo di Sviluppo e coesione per le regioni che a mio avviso in questo delicato momento economico andrebbe definita.
Come sono state utilizzate in passato queste risorse?
L’Abruzzo in questo non è peggio di altre regioni. Ci sono ancora fondi inutilizzati, e questa situazione mi preoccupa perché sono soldi pubblici che non sono stati messi a frutto in progetti regionali e vanno spesi entro due anni dalla data di erogazione. In questo caso bisognerebbe spenderli entro il 2015, altrimenti andrebbero persi.
E per quanto riguarda la mancata riforma della pubblica amministrazione regionale?
Le spiego, questa è una macchina mal governata, è per questo che la riforma è necessaria, ci troviamo spesso in mancanza di personale laddove servirebbe, per esempio per fare i bandi e rendicontare i fondi. La questione a mio avviso è una maldistribuzione del personale.
Infine lei ha auspicato ad un maggiore confronto tra le istituzioni e le parti sociali. Ritiene che fino ad ora sia avvenuto un confronto superficiale? Su quali temi si dovrebbe approfondire?
L’Unione Europea ha chiesto più volte all’Italia di fare un passo avanti verso un maggiore coordinamento del rapporto tra istituzioni e parti sociali, ma io invece noto che, non solo non si è fatto nessun progresso, ma azzarderei a dire che ci sono state delle regressioni. Per esempio per quanto riguarda le programmazioni, sia regionali che nazionali, l’UE ha dovuto costatare e correggere moltissimi errori rispetto alle regole dettate in sede europea.
Per quanto riguarda l’Abruzzo è stato redatto un documento molto tecnico e autoreferenziale.
Mi auguro che entro il 22 luglio 2014 , data ultima per la stesura dei POR (Piani Operativi Regionali) venga recuperato un confronto e si discuta per una programmazione di qualità in tempi brevi, visto che queste scelte cadono a cavallo tra due legislature.