La trattativa sullo stabilimento Ast di Terni è stata aggiornata a questa mattina, alle ore 10, al ministero dello Sviluppo economico. Ieri la riunione al ministero è andata avanti, a oltranza, fino a notte fonda, con i sindacati che intendevano verificare le condizioni per l’avvio di una fase conclusiva.
Tra i punti fermi ci sarebbero la soglia di produzione e la durata del piano quadriennale, mentre il futuro dei forni sarebbe ancora in bilico. Ieri sera il segretario della Fiom, Rosario Rappa, ha parlato di uno sblocco. “Ora si avvia la fase negoziale vera. C’è stata la disponibilità dell’azienda al dialogo, ma siamo ancora alle dichiarazioni di intenti, a un piano industriale di quattro anni e una produzione minima di un milione di tonnellate. Ora però possiamo cominciare a discutere di tutto il resto”.
“Ci aspettiamo che sia possibile acquisire certezze che non abbiamo – aveva dichiarato ieri, prima del lungo incontro, il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini -, in particolare sul piano industriale, sugli investimenti, sul mantenimento dei due forni e sulle prospettive temporali che sono le condizioni per aprire la trattativa”. Secondo Landini, dopo che ieri la Thyssen ha confermato di voler restare in Italia, adesso occorre “togliere dal tavolo che tra due anni si fa la verifica sul secondo forno”.
Da alcune delle dichiarazioni rilasciate ieri dei sindacalisti presenti all’incontro, sembra che l’azienda sia finalmente tornata al tavolo con l’intenzione di mediare sulle proposte sindacali, che vertono su alcuni nodi fondamentali: il no categorico al taglio del salario di secondo livello; il mantenimento in funzione dei due forni elettrici, per poter arrivare a superare la produzione di un milione di tonnellate di acciaio spedito; il mantenimento delle maggiorazioni attuali sugli straordinari e della quota fissa domenicale; e la stabilizzazine dei lavoratori atipici.
F.P.