Si è riaperto oggi il confronto sulla riforma dell’apprendistato, con un incontro tra il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, e le parti sociali. Il ministro ha spiegato che l’istituto avrà tre tipologie e ha sottolineato che sarà un contratto a tempo indeterminato.
“Si è avviato oggi con le parti sociali il confronto sulla riforma dell’apprendistato che sarà oggetto di contemporaneo negoziato con le Regioni, in relazione alle loro competenze in materia di formazione”, ha evidenziato il ministro a margine dell’incontro. E ha chiarito che “la riforma definisce l’apprendistato come un contratto a tempo indeterminato con tre possibilità: quella per il conseguimento di una qualifica professionale per i giovani senza diploma; quella che si definisce come contratto di mestiere e si conclude con la verifica della specifica competenza professionale; e quella di alta professionalità e di ricerca per concorrere o conseguire titoli universitari e di scuola secondaria superiore o di praticantato professionale finanche di dottorato di ricerca” L’incontro al ministero del Lavoro per definire lo schema di decreto legislativo sulla riforma dell’apprendistato arriva dopo la sigla delle linee guida sull’istituto avvenuta il 27 ottobre del 2010. Il contratto di apprendistato, che si caratterizza per l’alternanza di momenti lavorativi e di formazione, nell’obiettivo della riforma dovrà diventare lo strumento tipico per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
A seguito dell’incontro di oggi dovrebbe essere fatto anche un passaggio con le Regioni, successivamente il decreto legislativo dovrebbe essere portato in Consiglio dei ministri insieme al decreto sviluppo. Dovrebbe essere un decreto aperto, che lascia spazio al confronto parlamentare e con le parti sociali.
I sindacati commentano positivamente la riapertura del confronto sull’apprendistato. Secondo il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, “è importante aver sottolineato la natura di contratto indeterminato dell’apprendistato, un aspetto oggi non considerato”. Inoltre il sindacalista evidenzia l’orientamento volto a semplificare la normativa e spiega che si dovrebbe trattare di “un testo unico in sette articoli, che sostituisce tre leggi”. Per Santini rimane da risolvere “il problema di una delega che ha costo zero”, occorrerebbe trovare eventuali incentivi. “Abbiamo chiesto, infatti, che il contratto d’apprendistato venga incentivato e che quindi costi meno di altri contratti”. Secondo il responsabile del dipartimento Mercato del lavoro della Cgil, Claudio Trevis, oggi “abbiamo preso atto di un intendimento che il governo ha dichiarato di voler perseguire con un testo unico e abbiamo chiesto che il confronto prosegua con tutti gli attori, comprese le Regioni. Visto che quello che ha impedito all’istituto di decollare negli anni scorsi è stato il conflitto Stato-Regioni”. In particolare per quanto riguarda le competenze nell’ambito della formazione. Al segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, il tavolo ha dato “una buona impressione, la premessa è quella di valorizzare questa tipologia contratti e di asciugare le altre tipologie come stage, tirocini e collaborazioni”. Sulla stesa linea il segretario confederale dell’Ugl, Nazareno Mollicone, secondo il quale “quanto esposto dal governo è positivo, si tratta di no strumento che favorirebbe l’occupazione», ora «ci sarà l’incontro con le Regioni, che dovrebbero modificare le loro posizioni”.