Virus al cinema ne abbiamo visti molti. Fabbricati dall’uomo, giunti da angoli remoti della terra o da qualche lontano ammasso stellare. Molti registi si sono cimentati con questi nemici oscuri, assicurando sempre la vittoria finale all’uomo, pur dopo immani disastri e lutti. Ma che un virus colpisse proprio il cinema, questo forse non l’aveva immaginato nessuno.
Ci ha pensato il Covid 19, sorto minaccioso nel ventre della Cina, mai così vicina, ad attaccare al cuore l’universo cinematografico. In Italia, dal 9 marzo, a seguito del lockdown quasi 4.000 schermi, in 1.600 strutture cinematografiche, sono stati spenti lasciando senza lavoro oltre 6mila addetti. Le attività di proiezione, nell’ipotesi migliore elaborata dagli analisti di Cerved, con un -65% sono il settore produttivo per il quale si prevede il maggior calo di fatturato rispetto al 2019.
Chiusi i cinema, si sono fermati anche i set, paralizzando così l’intera filiera produttiva: produttori, distributori ed esercenti. Almeno 40 produzioni sono state bloccate mentre è stata rinviata l’uscita di circa 70 pellicole.
Per far fronte a questo scenario, i decreti “Cura Italia” e “Rilancio” hanno previsto indennità straordinarie per i lavoratori del settore. È stato inoltre stanziato un fondo di emergenza da distribuire alle filiere dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo. Per cinema e teatri sono stati sospesi i versamenti tributari, contributivi, assistenziali e assicurativi.
Ma l’universo cinematografico è assai più ampio. Nelle tre aree centrali del settore operano quasi 8.500 imprese con circa 61mila addetti. Nelle diverse filiere collegate gli occupati sono quasi il doppio: circa 112mila. Tra diretti e indiretti, sono dunque circa 173mila i posti di lavoro complessivi generati da cinema, audiovisivo e broadcasting. Si tratta spesso di lavoro giovane e femminile (39% di donne), con competenze specialistiche, artistiche e tecniche molto elevate: nella produzione un quarto degli occupati ha meno di 30 anni. Nell’indotto dei servizi ad alto contenuto di conoscenza sono impegnati circa 43mila addetti, 26mila dei quali si dividono tra ingegneri, architetti, consulenti legali, designer o fiscalisti e 17mila sono occupati nelle professioni creative e artistiche. L’export dei prodotti audiovisivi italiani è di 890 milioni di euro, molto superiore al valore dell’import, pari a 120 milioni.
Roma è leader del settore “Cinema, radio tv” con il 33% del totale nazionale delle imprese e 26.100 addetti. Ventimila sono gli occupati in Lombardia.
Cosa accadrà il 15 giugno, quando finalmente i cinema potranno riaprire, oggi è difficile dirlo. Aspettando ulteriori disposizioni in merito ai protocolli di sicurezza da applicare, il mondo del cinema cerca di organizzarsi, pensando quantomeno alla prossima estate.
Una strada che si tenterà di sperimentare è quella del cinema all’aperto. Moviement Village è il nome di un progetto nazionale ideato, prima della crisi, dalle associazioni di categoria del settore con l’obiettivo di allungare la stagione degli schermi. Attraverso questa iniziativa oggi si mira ad attivare una rete di sale che possa riportare il pubblico a vedere i film sul grande schermo all’aperto. Si stima che per 100 arene accese si potrà assicurare un lavoro a circa 600 addetti e arrivare, grazie all’indotto, fino a 3.000 occupati.
Si tornerà dunque ai Drive In di americana memoria? Difficile dire se, abituati come siamo a visioni di sempre maggiore qualità, ci accontenteremo di vedere lo spettacolo attraverso il parabrezza di un’automobile. Anche se questa per ora sembra essere l’unica possibilità per una ripartenza sicura dei grandi schermi.
Già si stanno attivando i primi progetti. Cna Roma ha lanciato la proposta “Cine Drive” e a Roma Sud un imprenditore ha indicato addirittura la data del 2 giugno per dare inizio alle proiezioni. Una proposta simile arriva da Messina, dove una circoscrizione cittadina sta discutendo come attivare un Drive In nel suo territorio. In Lombardia si è fatto avanti l’assessore alla cultura regionale, proponendo la realizzazione di un primo Drive In nientemeno che nel dannunziano Vittoriale sul lago di Garda.
Occorre però saper guardare oltre e immaginare come sarà la fruizione dello spettacolo cinematografico nelle grandi sale di proiezione il prossimo inverno e non è detto, purtroppo, che tutte saranno in grado di ripartire. Intanto, il 15 giugno si inizia.
Costantino Corbari
I dati provengono da fonti diverse: Anec, Istat, Cerved, Unicredit, Cna Lombardia, Regione Lazio