E’ stato revocato quasi un quarto delle pensioni di invalidità sulle 100 mila posizioni controllate dall’Inps nel corso del piano straordinario di verifiche del 2010.
Il dato non stupisce il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, secondo il quale “sta andando a regime il modo corretto di verificare le condizioni di anzianità”. “Il governo ha voluto unificare nell’Inps – ha detto a proposito del passaggio l’anno scorso dalle Asl all’Ente di previdenza nella presentazione della domanda per il trattamento di invalidità – la capacità di controllo e di spesa. La dissociazione tra le due capacità negli anni passati aveva fatto esplodere la spesa per le invalidità”. “Ci aspettavamo anomalie – ha detto il ministro a proposito della maggiore percentuale di revoche in alcune regioni rispetto ad altre – l’iniziativa è partita proprio dalle anomalie, dall’esplosione solo in alcune regioni delle richieste di invalidità”.
La Federazione italiana superamento handicap (Fish), pur riconoscendo che sulle indennità per gli invalidi “ci siano sacche di furberia”, ricorda che l’Inps “ha cambiato le regole in corsa” modificando senza indicazione del Parlamento i criteri per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento. “Basta abbassare la percentuale di invalidità di un punto – dice la Fish – per revocare un assegno”. E l’Inps, sottolinea la federazione, è “la più grande fabbrica di ricorsi in Italia”.
A inizio 2011, ricorda la Fish, erano giacenti 822.959 cause relative all’invalidià civile. Le cause concluse nel corso del 2009 sono state 137.154. Il giudice ha dato ragione all’Inps in 58.866 casi: meno della metà, visto che in 64.063 casi il giudice ha dato ragione agli invalidi. Nel corso del 2011 l’istituto, continua la Fish, avendo cambiato arbitrariamente le regole per la concessione dell’indennità di accompagnamento senza nessun supporto normativo, perderà un numero ben maggiore di cause, costringendo a ingenti spese l’erario e causando enormi disagi alle persone con vera disabilità”.
La Fish chiede trasparenza sui dati che interessano i cittadini e il bilancio dello Stato e il rispetto dei diritti civili la cui prima garanzia, in questo caso, sta nelle prerogative di controllo attribuite al Parlamento. (FRN)