Il video di Renzi dura oltre due minuti e mezzo e quando il premier cita le parole del leader della Cgil il tono diventa enfatico: “Oggi la Cgil ha deciso di andare all’attacco del Governo. Il segretario Camusso ha detto ‘il Governo ha in mente Margaret Thatcher, quando si parla del lavoro’. Ma quando si parla del lavoro, noi – ha sottolineato il capo del Governo – non siamo impegnati in uno scontro del passato, ideologico. Noi siamo preoccupati non di Margaret Thatcher ma di Martha, 28 anni, che non ha la possibilità di avere il diritto alla maternità. Lei sta aspettando un bambino, ma a differenza delle sue amiche che sono dipendenti pubbliche, non ha nessuna garanzia. Perché? Perché in questi anni si è fatto cittadini di serie A e di serie B”.
“Noi, quando pensiamo al mondo del lavoro, non pensiamo – ha detto ancora Renzi – a Margaret Thatcher, pensiamo a Giuseppe, che ha cinquant’anni e non può avere la cassa integrazione. O a chi, piccolo artigiano, è stato tagliato fuori da tutte le tutele. Magari la banca gli ha chiuso i ponti e improvvisamente si è trovato dalla mattina alla sera a piedi. Pensiamo a quelli a cui non ha pensato nessuno in questi anni, a quelli che vivono di co.co.co e co.co.pro e che sono condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito”.
“Noi non vogliamo – ha precisato il presidente del Consiglio – il mercato del lavoro di Margaret Thatcher, noi vogliamo il mercato del lavoro in cui ci sono cittadini tutti uguali. Vogliamo un mercato del lavoro giusto, vogliamo delle regole sul diritto del lavoro giuste, e non regole che dividono sulla base della provenienza geografica, e non regole complicate. Se poi con queste regole nuove aziende, multinazionali e non solo, verranno a investire in Italia e creeranno posti di lavoro, beh, quello sarà fondamentale per poter tornare a dare il lavoro a chi non ce l’ha”.
“Nel frattempo, a quei sindacati che vogliono contestarci, io non chiedo – ha concluso – di darci almeno il tempo di presentare le proposte, prima di fare le polemiche, ma chiedo dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia che ha l’Italia, l’ingiustizia tra chi il lavoro ce l’ha e chi il lavoro non ce l’ha, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi è precario, e soprattutto tra chi no può neanche pensare a costruirsi un progetto di vita perché si è pensato a difendere soltanto le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente. Sono i diritti di chi non ha diritti quelli che ci interessano e noi li difenderemo”.