Angela Merkel ha ufficialmente dato il benvenuto in Europa al nuovo premier italiano al termine dell’incontro bilaterale a Berlino tra Germania e Italia, dove l’ex sindaco di Firenze ha illustrato il suo pacchetto di riforme. La cancelliera tedesca ha dichiarato che “L’Italia è sulla strada giusta” e che certi risultati di un programma ambizioso si possono vedere e verificare “sul medio-lungo periodo”. La Merkel ha però più volte citato il patto di stabilità da rispettare, un aspetto ribadito in diversi passaggi anche da Renzi. “Oggi si tratta di rispettare il 3%, fare una revisione strutturale e irreversibile della spesa, ma dentro questo pacchetto aiutare a recuperare la domanda interna”. Renzi ha anche sottolineato che l’Europa “non è la causa dei problemi per l’Italia ma la soluzione”. E a chi lo accusava di andare a in missione a Berlino per chiedere l’approvazione della Merkel, ha risposto così: “l’italia deve smettere di pensare che si fanno le riforme perché ce lo chiedono Bruxelles o Berlino. Le riforme si fanno perché è giusto per noi”. Parlando con i suoi, Renzi sottolinea che quello che importa alla Germania è il processo di riforme, il coraggio, molto apprezzato dalla Merkel, e il senso positivo dei cambiamenti intrapresi. E la grande attenzione, come già da parte di Hollande, per il processo di riforme sia istituzionali sia del lavoro.
Renzi porta il discorso sulla portata delle riforme messe in cantiere: “Puntiamo in alto”, riconosce, e anche se “l’orizzonte del governo è il 2018”, per le riforme “bisogna fare subito: ci vorranno anni, ma ogni giorno è fondamentale”. Non solo quelle istituzionali, ma anche quelle economiche, a partire da quella del mercato del lavoro messa in campo col Jobs Act. Rispetto alla quale il messaggio inviato a quella “parte del sindacato” che ha criticato le misure non è certo di voler tornare indietro: “La pretesa di creare posti di lavoro attraverso una legislazione molto restrittiva e articolata è fallita. Dobbiamo cambiare le regole del gioco”, dice secco. Anche perchè “in questi anni abbiamo la disoccupazione giovanile che è arrivata oltre il 40% e una disoccupazione che è raddoppiata negli ultimi sei anni”.