Un lavoratore del settore privato potrà esprimere, al momento della sottoscrizione della clausola compromissoria, la volontà di ricorso all’arbitrato su tutte le controversie che dovessero insorgere in futuro. È quanto prevede l’emendamento del senatore Maurizio Castro, relatore al ddl lavoro, grazie al quale dovrebbe saltare la modifica del Pd, introdotta alla Camera, che puntava a limitare il ricorso all’arbitrato alle controversie già pregresse e non su quelle future.
Nella proposta di Castro si prevede che le commissioni chiamate a certificare la libera volontà delle parti di ricorrere all’arbitrato, accertano “all’atto della sottoscrizione della clausola compromissoria la effettiva volontà delle parti di conferire ad arbitri le eventuali controversie nascenti dal rapporto di lavoro”.
Secondo quanto stabilito alla Camera, la sottoscrizione della clausola compromissoria avviene 30 giorni dopo l’assunzione o dopo il periodo di prova per i contratti che lo prevedono. Sempre secondo le modifiche già apportate a Montecitorio dopo il rinvio del provvedimento alle Camere da parte del presidente della Repubblica, resta che non si può comunque ricorrere all’arbitrato in materia di licenziamento.
L’emendamento del senatore Castro riguarda il settore privato. Manca ancora la definizione della stessa clausola nel settore pubblico. Si sa che l’altro relatore del provvedimento, il senatore del Pdl Filippo Saltamartini, ha tuttora in corso una serie di contatti. In base al Regolamento del Senato, il relatore ha la facoltà di presentare emendamenti anche all’ultimo istante, in Commissione e in Aula, anche nel corso delle stesse votazioni.(LF)