“Noi non siamo De Coubertin, non ci interessa partecipare, noi vogliamo vincere, vogliamo il quorum’’. Più netto di cosi non poteva essere Maurizio Landini, concludendo la due giorni bolognese che ha dato il via alla campagna per i referendum. Con i quattro referendum sul lavoro e con quello sulla cittadinanza, spiega il segretario della Cgil, “non stiamo semplicemente resistendo o facendo una lotta di difesa. Stiamo proponendo una discussione per cambiare e dare un futuro al Paese”, ma soprattutto – e insiste molto su questo tasto- l’obiettivo è riportare le persone alle urne, disertate ormai dalla metà degli aventi diritto. Un obiettivo che dovrebbe prescindere anche dall’opinione sui quesiti: ‘’se qualcuno mi dice che andrà a votare, ma voterà no, io gli dò lo stesso un bacio in fronte, perché quello che più conta è appunto votare’’.
A prescindere anche dagli orientamenti politici: Landini si appella a tutte le forze parlamentari, nonché allo stesso governo, perché si dia l’indicazione di recarsi alle urne: ‘’chi oggi, di fronte a uno strumento referendario sancito dalla nostra costituzione, pensa che l’indicazione che darà sarà quella di non andare a votare, uccide la democrazia e mostra di essere contro qualsiasi idea di partecipazione libera delle persone”. Il sindacalista, in ogni caso, non manca di ricordare che ai tempi in cui venne varata la legge poi definita Jobs act, tra i più contrari c’era anche l’attuale presidente del consiglio Giorgia Meloni: ‘’proprio lei sosteneva che la carta su cui era scritta la legge non valeva nemmeno per incartare la pizza’’, sottolinea Landini.
Poi ci sono le altre forze sindacali. La Uil, che pur non facendo parte dei comitati per i referendum sul lavoro, ha già dichiarato l’intenzione di lanciare appelli perché si vada alle urne, nonché’ affiancare la Cgil su due dei quattro referendum sul lavoro, lasciando libertà di voto sugli altri tre quesititi, cittadinanza compresa. E, in teoria, una ‘’compagna di strada’’ potrebbe diventare anche la Cisl, che nei prossimi giorni dovrebbe pronunciarsi sull’atteggiamento da tenere per quanto riguarda il referendum sulla cittadinanza, tema caro alla confederazione cattolica, come richiamato anche dalla neo eletta segretaria Daniela Fumarola nella sua prima relazione da leader.
Impresa difficilissima, in ogni caso, quella di raggiungere il quorum, e Landini non lo nasconde, anzi: “Una delle cose più difficili che ognuno di noi si sia mai trovato ad affrontare
Ma io penso che abbiamo la forza e l’intelligenza per vincere questa sfida per cambiare il paese e mettere al centro le persone. La Cgil ha 120 anni di storia, in questo momento è toccato a noi di avere sulle spalle questa storia e questa responsabilità. È il momento di darci quel coraggio che questa organizzazione ha sempre avuto. I diritti non ce li ha mai regalati nessuno, se non c’era il coraggio di tanti uomini e donne, prima di noi, non sarebbe successo mai nulla, non avremmo nemmeno la democrazia. Abbiamo avuto la fortuna di nascere in un’epoca in cui i diritti c’erano, ora abbiamo tutti assieme la consapevolezza che dare un futuro migliore al nostro paese dipende da noi. Ce la possiamo fare, sono sicuro che ce la faremo”
Intanto, si prepara la campagna sul territorio. Dalla prossima settimana gli appuntamenti citta per citta, il 17 a Roma, la Cgil di Roma e del Lazio riunirà i delegati per dare il via ai comitati referendari, il 18, a Napoli, con lo stesso Landini, assieme allo scrittore Maurizio De Giovanni e a padre Zanotelli, e poi via via, giorno per giorno, come dice Landini concludendo i lavori dell’assemblea bolognese, ‘’luogo di lavoro per luogo di lavoro, ma anche condominio per condominio, bocciofila per bocciofila, porta per porta, persona per persona’’. Non solo: Landini informa che prenderà contatti con la Rai, ‘’perché è un servizio pubblico, e deve fare informazione sul referendum’’, e col governo, ‘’per sapere quando ha intenzione di fissare la data del voto”, elemento ovviamente fondamentale per organizzare la campagna referendaria.
In tutto questo, conclude il segretario, non si deve certo ‘’smettere’’ di fare il mestiere del sindacalista: “Ci sono da rinnovare i contratti, le crisi industriali da gestire, e queste cose vanno fatte, ma sono convinto che mettendo al lavoro tutta la nostra intelligenza possiamo mettere dentro ciascuna di queste azioni anche quella di convincere a votare”
Nunzia Penelope