Nell’incontro con il premier Mario Draghi “abbiamo detto in modo molto chiaro che l’obiettivo centrale del piano e dei provvedimenti del Governo deve essere quello di creare lavoro”. Così il leader della Cgil, Maurizio Landini, al termine del confronto a Palazzo Chigi sul Recovery Plan.
“C’è bisogno che questi investimenti siano finalizzati a creare un piano straordinario per l’occupazione – ha detto – che abbia al centro i giovani, le donne e il Mezzogiorno. E abbiamo chiesto che qualsiasi progetto delle sei missioni indichi anche quanti posti di lavoro determina. Questo è il pinto centrale”.
Sui progetti del Recovery Plan “abbiamo indicato che è necessario che gli investimenti, dal digitale all’ambiente, dalla coesione sociale alle infrastrutture, siano in grado di creare anche filiere produttive industriali”, ha affermato Landini.
Il leader della Cgil ha aggiunto che i sindacati hanno indicato a Draghi “anche alcuni terreni su cui agire, a partire dalle crisi aperte in Alitalia ed ex Ilva e posto i temi del settore auto e della mobilità sostenibile. Ci devono essere un coordinamento e azioni precise. Sulla governance abbiamo chiesto un coinvolgimento delle parti sulla gestione e monitoraggio degli investimenti”.
Sulla pubblica amministrazione “abbiamo chiesto assunzioni e il potenziamento di tutte le amministrazioni – ha concluso – per far entrare nuove competenze e i giovani. Siamo disponibili al confronto su semplificazione e regole della burocrazia, ma non siamo d’accordo a mettere in discussione diritti e tutele sul lavoro. Il Governo ha dato chiarimenti sulle risorse: oltre ai 191 miliardi previsti c’è un fondo di 30 miliardi da aggiungere agli investimenti Ue. Il Governo è disponibile dopo il primo maggio a un confronto con le parti affinché la gestione dell’emergenza sia elemento che venga realizzato”. Altro punto messo sul tavolo dal leader della Cgil è la proroga del blocco dei licenziamenti. “C’è bisogno di un lavoro stabile e non precario – ha detto – e che le riforme che si vanno realizzando devono vedere un coinvolgimento maggiore delle parti sociali. Penso che la riforma fiscale è una centralità assoluta, come quella degli ammortizzatori sociali perché ci deve essere davvero un sistema universale e di politiche attive e diritto alla formazione.
Abbiamo ribadito che è necessario, visto che domani abbiamo un incontro con il ministro del Lavoro, che in questa fase si vada su una strada di maggior tutela e di protezione del lavoro, intervenendo anche sull’estensione del blocco dei licenziamenti e che ci sia un’accelerazione del piano vaccinale”.
Un patto per la crescita e lo sviluppo, per rilanciare gli investimenti e fermare l’emorragia di posti di lavoro: è quanto ha chiesto il leader della Cisl, Luigi Sbarra.
“Per noi rimane centrale il tema della crescita e dello sviluppo – ha detto – del rilancio degli investimenti e del lavoro. Abbiamo chiesto di valutare la necessità di accompagnare la fase di attuazione del piano con un accordo nazionale, un patto sociale che tenga insieme Governo, associazioni datoriali e organizzazioni sindacali. Bisogna ragionare di più sulla crescita e sullo sviluppo. Questa oggi è la vera priorità: rilanciare gli investimenti ed evitare che ci siano nuovi licenziamenti. Il Governo si è impegnato subito dopo il primo maggio a riconvocarci”.
“Abbiamo chiesto di essere coinvolti in una discussione sul dettaglio dei progetti – ha proseguito Sbarra – perché siamo fortemente interessati a capire quali sono i risultati attesi e soprattuto le ricadute economiche, sociali e occupazionali. E chiesto con forza che le parti sociali debbano essere coinvolte nella governance perché vogliamo seguire passo passo i percorsi di attuazione, monitoraggio, rispetto dei tempi e verifica dei risultati. Il presidente del consiglio ha dato grande disponibilità. Ha parlato della necessità che sull’attuazione del piano ci sia una mobilitazione collettiva e che il Governo è disponibile a interlocuire in modo permanente con le parti sociali e le forze politiche nazionali e locali”.
“Nel corso dell’incontro svoltosi oggi a Palazzo Chigi, abbiamo posto, innanzitutto, una questione di metodo e cioè quale si pensa debba essere il livello del confronto con le parti sociali. È molto difficile, infatti, esprimere un giudizio su un Piano sul quale non è stato possibile confrontarsi, non avendo potuto leggere un testo scritto.” È quanto afferma il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “Conseguentemente, abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, di dare seguito alle raccomandazioni della Commissione europea – ribadite, ieri, anche dal Commissario Schmit – che, a più riprese, ha sollecitato il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione del Piano nazionale In particolare, abbiamo chiesto che, così come accade in Francia, al Piano siano allegate anche le posizioni espresse dalle parti sociali. Inoltre, – prosegue Bombardieri – abbiamo insistito affinché sia stabilito un cronoprogramma degli interventi, con i conseguenti impatti occupazionali e con una particolare attenzione a donne, giovani e Sud, e affinché il Piano sia accompagnato da un progetto di riforme su Pubblica Amministrazione, Fisco, Ammortizzatori sociali e Giustizia, a cui vogliamo dare il nostro contributo con un serrato confronto sul merito. Infine, è indispensabile il rifinanziamento del Sure, il cui programma è stato efficacemente finanziato dall’emissione dei social bond, sapendo che ciò dipende da un impegno diretto dei Governi nazionali. Per noi, il lavoro deve essere al centro delle scelte politiche ed economiche ed è su queste basi che siamo disponibili a dare il contributo delle nostre idee e delle nostre proposte.”
TN