Riguardo alla questione dell’Ilva “non conosciamo né il piano industriale, abbiamo visto solo slide, né l’accordo col governo sulla base del quale Calenda ha interrotto il tavolo. Non conosciamo nulla, siamo al buio. Pensare di approvare un piano che abbiamo visto solo attraverso delle slide è difficile. C’è una condizione oggettiva di opacità”. È quanto ha dichiarato Francesca Re David, segretario generale della Fiom, nel corso di un’audizione alla Commissione Lavoro del Senato.
Il numero uno della Fiom ha ricordato come nel 2012, prima del sequestro, si producevano 8,3 mln di tonnellate con oltre 11mila addetti. Se l’obiettivo è quello di raggiungere i 9,5 milioni di tonnellate bisogna mantenere gli stessi livelli occupazionali.
Per il sindacato “il primo punto sono gli investimenti in tecnologia che vanno anticipati perchè la produzione è collegata alle emissioni. Le risorse invece, sempre secondo le slide, sembrano che siano incentrate tutte sulla seconda parte del piano, anche quelle per l’ambiente. Ma così continuiamo a perdere fette di mercato”.
Re David ha infine ribadito come, indipendentemente da quale che sia la cordata, è importante che la Cassa depositi e prestiti svolga un ruolo di vigilanza sui piani industriali e occupazioni di industrie strategiche come Ilva.
T.N.