Sono in tutale 3.231, cioe’ il 40% del totale, i Comuni italiani che accolgono richiedenti asilo sul proprio territorio. I posti per i beneficiari degli Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati attraverso il quale l’Italia gestisce i progetti di accoglienza, assistenza e integrazione dei richiedenti asilo a livello locale, sono aumentati di 5 mila unità a luglio e altrettanti sono in fase di valutazione. Sono queste le prime cifre che emergono dal rapporto Ani-Caritas-Migrantes, in collaborazione con l’Unhcr, presentato oggi a Roma.
Nelle strutture italiane sono ospitati in tutto 205 mila migranti al 15 luglio 2017, mentre continua a crescere il numero dei Comuni interessati all’accoglienza e crescono i posti messi a disposizione dal sistema Sprar: da 26 mila, entro fine anno potrebbero toccare quota 35 mila. Contemporaneamente, diminuiscono le situazioni di criticità, anche grazie al lavoro operativo della cabina di regia Anci – ministero dell’Interno, istituita proprio al fine di accompagnare l’applicazione del piano di ripartizione.
“Gli sforzi delle comunità e dei sindaci per una ripartizione equa e sostenibile del flusso migratorio su tutti i territori – ha affermato il segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra – vanno ulteriormente riconosciuti e sostenuti. Grazie ai sindaci che hanno deciso di raccogliere le sfide e le opportunità dell’accoglienza, si sta finalmente procedendo verso quella messa a sistema che consente di superare l’emergenza. I tempi sono dunque maturi per riprendere a discutere di una gestione più ordinata dei flussi”.
Negli ultimi 5 anni, il numero dei migranti presenti nelle strutture di accoglienza è cresciuto costantemente, passando dalle 16.844 presenze del 2012 alle 188.084 nel 2016. Per quanto riguarda la sola accoglienza negli Sprar, tra il 2012 ed il 2016 il numero di persone accolte è quintuplicato, passando dalle 7.823 del 2012 alle 34.039 del 2016. Aumenta anche il tasso di integrazione delle persone ospitate, mentre diminuisce di conseguenza il tempo di permanenza nelle strutture di accoglienza. Nel corso del 2016, infatti, sono uscite dall’accoglienza complessivamente 12.171 persone. Di queste il 41,3% aveva concluso il proprio percorso di integrazione e di inserimento socio-economico: nel 2015 questa percentuale si fermava al 29,5%. E’ il segno evidente del successo nel percorso di integrazione che caratterizza l’accoglienza tramite il canale degli Sprar gestiti dai Comuni. E’ per questo motivo che gli oltre 34 mila beneficiari dei progetti Sprar non corrispondono ai posti disponibili (circa 26 mila): i beneficiari restano in accoglienza nei centri Sprar per un periodo più breve, dando così la possibilità a più persone di usufruire dei servizi erogati dai progetti.
Dei 205 mila migranti presenti nelle strutture di accoglienza al luglio 2017, 158.607 sono ospitati dai Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e 31.313 dagli Sprar. Se in termini assoluti le Regioni più coinvolte nell’accoglienza sono Lombardia (13,2%) e Campania (9,3%), è in Toscana ed Emilia-Romagna che si è quasi pienamente realizzato il principio dell’accoglienza diffusa sostenuto dall’Anci e perseguito grazie agli accordi con il Viminale: in Toscana l’83% dei Comuni accoglie richiedenti asilo, in Emilia-Romagna il 78,1%. A livello nazionale, l’accoglienza diffusa dello Sprar è presente inoltre nel 51,4% dei Comuni con meno di 5 mila abitanti. Altro apporto considerevole è quello della rete diocesana, che da sola accoglie 23.365 persone su tutto il territorio nazionale.
Un capitolo a parte merita il tema dei minori: al 25 ottobre 2017 sono sbarcati sulle nostre coste 14.579 minori (in tutto il 2016 erano stati 25.846). Il 93,2% sono minori soli. Rimangono ancora criticità legate soprattutto all’eccessiva durata della permanenza nei centri di prima accoglienza e all’esiguo numero di strutture dedicate e di posti nello Sprar, nonché alle difficoltà dei Comuni di attivare una presa in carico economicamente sostenibile. Nonostante ciò, anche nei confronti dell’accoglienza dei Msna è possibile misurare la sempre maggiore affermazione dell’accoglienza diffusa: se nel 2007 erano solo 36 i Comuni che si facevano carico del problema, nel 2016 si arriva a quota 500: merito anche dell’istituzione di un fondo nazionale voluto dall’Anci e dall’apertura, anch’essa ottenuta dall’Associazione, dei posti Sprar anche per i minori stranieri non accompagnati.
“Il numero di persone costrette a fuggire da conflitti e persecuzioni in tutto il mondo” evidenzia Stephane Jaquemet, Delegato UNHCR per il Sud Europa “sta raggiungendo i 66 milioni, di questi il 51% sono bambini e bambine, che meritano un futuro lontano dalla guerra, dalla violenza, dallo sfruttamento e dalla paura. Per loro e per tutti gli altri rifugiati nel mondo è di fondamentale importanza che la comunità internazionale si impegni per garantire accoglienza e protezione, mentre si lavora alla risoluzione dei conflitti”
“La gestione dell’accoglienza – conclude il delegato Anci all’immigrazione Matteo Biffoni – è uno sforzo costante per le nostre comunità. Un’accoglienza sostenibile è l’unica strada per gestire sui territori gli arrivi dei richiedenti asilo. Per questo come Anci siamo sempre accanto ai sindaci per risolvere le criticità e per sostenere un’accoglienza diffusa. I passi avanti fatti sono notevoli, anche se resta ancora molto da fare”.