“La presenza dell’amianto a Viale Mazzini non è un fatto nuovo. Si tratta di un edificio costruito quando il materiale si usava. Negli anni l’azienda, insieme alla Asl, ha sempre monitorato la situazione per impedire che si superassero certi livelli dannosi per la salute. A dicembre, poi, la rottura di una tubatura, oltre alla fuoriuscita dell’acqua, ha comportato lo spostamento dell’amianto”. Così Dino Oggiano, sindacalista della Slc-Cgil che si occupa di emittenza pubblica e privata.
“Dopo l’incidente tutti in soggetti proposti, azienda, Asl e Rls si sono mossi per garantire la sicurezza dei lavoratori. Tutto questo dimostra che quando si rispettano le regole e le norme e ci si muove all’unisono i problemi si possono risolvere. L’azienda ha formato una task force che comprende anche chi gestisce il personale per monitorare il tutto. Quello che noi chiediamo è che la tempestività e l’efficacia messa in campo per affrontare una situazione di crisi siano attuate per controllare e prevenire tutte le altre realtà della Rai dove è presente l’amianto”.
“Ad oggi – spiega Oggiano – tutte quelle figure remotizzabili posso richiedere lo smart working. Per quelle che devono garantire la presenza, l’azienda ci ha informati che a Viale Mazzini i livelli di amianto sono tornati al di sotto dei livelli di guardia. Il piano immobiliare di due anni fa prevedeva il trasferimento a Via Severo, nel palazzo ex Wind, sulla Cristoforo Colombo. Questo avverrà, presumibilmente, tra la fine e l’inizio dell’estate”.
“Per una piena tutela di tutti i lavoratori abbiamo chiesto che queste misure venissero estese anche agli addetti in appalto. E su questo punto abbiamo riscontrato la disponibilità da parte dell’azienda”.
Tommaso Nutarelli