L’Aran, l’ente pubblico che ho l’onore di presiedere, sta cercando da più di un anno una nuova sede. L’attuale, un immobile in via del Corso che una volta fu la sede del partito socialista, è troppo grande per l’organico dell’agenzia. Quindi sono state avviate già nel 2021 le procedure per la ricerca di una nuova sede, e un bando emanato l’estate scorsa, non ha consentito di trovare una offerta adeguata.
Nell’autunno scorso ricevo una telefonata del prof. Treu, presidente del CNEL (e primo presidente nella storia dell’Aran) che mi propone la possibilità di condividere la sede del CNEL sita in villa Lubin. Anche il CNEL ha un numero dei dipendenti che si è ridotto nel tempo, quindi la sede, di proprietà del demanio, è sovradimensionata.
La proposta di Treu mi è sembrata subito interessante, anche perché avrebbe permesso all’Agenzia di risparmiare l’intero affitto essendo Villa Lubin del demanio statale. Ma anche il CNEL risparmierebbe la metà della manutenzione e di altre spese che sarebbero condivise con l’Aran.
Dopo la proposta, procediamo ad interpellare l’Agenzia del demanio e a far redigere una perizia ad un architetto per verificare le varie prescrizioni normative, anche di sicurezza, al fine di avviare le procedure burocratiche. Anche il CNEL procede nello stesso modo. L’esito delle perizie è positivo: si può procedere.
Incontriamo di nuovo il prof Treu con il quale condividiamo i vari aspetti logistici, poi deleghiamo ai dirigenti dei due enti lo sviluppo del piano di fattibilità. Il clima è positivo: sembra proprio che l’operazione si possa fare.
Intanto i circa 60 dipendenti del CNEL, avuta notizia di questa possibilità, cominciano ad agitarsi, ma questo è fisiologico. Successivamente però il livello del malcontento si alza ed entra in campo il vice presidente del CNEL Floriano Botta (rappresentante di Confindustria). Con un’agenzia di stampa manifesta il proprio disappunto verso un’operazione che a suo dire e’ azzardata per il CNEL che sta giungendo a fine consiliatura (???).
Strano, questo accorpamento logistico comporterebbe un risparmio complessivo per i due enti di circa un milione di euro l’anno. Ma sembra che questo interessi poco al vice presidente. Anzi facendo le veci della sovrintendenza afferma che “sul palazzo ci sono vincoli archittettonici, non c’è spazio”.
Strano, da questo accorpamento solo per i dipendenti ARAN ci sarebbero 10,8 mq per addetto netti considerando solo le stanze, ampiamente in linea con i criteri stabiliti dalla normativa vigente e senza interventi strutturali.
Forse sull’aspetto dei vincoli architettonici sarebbe stato opportuno che si esprimesse la vera sovraintendenza, a cui, ovviamente ci saremmo rivolti.
Lamenta infine il vice presidente del CNEL che Villa Lubin è un bene vincolato e l’arrivo di una “truppa” di una quarantina di dipendenti possa mettere a rischio l’incolumità della struttura.
Strano, a Villa Lubin si organizzano moltissimi convegni con centinaia di partecipanti e non mi sembra che questo abbia mai comportato danni alla bellezza della struttura.
Addirittura la Stampa pubblica un articolo che accusa l’Aran di essere la casta che si vuole trasferire per forza nella bellissima sede di Villa Lubin. Strano, è casta chi mira a risparmiare soldi dello Stato o è casta chi vuole rimanere in quella bellissima sede demaniale?
La storia si conclude con una lettera del segretario generale del CNEL con la quale mi comunica che “vista la netta contrarietà di un (uno solo!) componente dell’Ufficio di Presidenza, ribadita nel plenum del Consiglio di presidenza… questo segretariato, non ha mandato a procedere ad ulteriori avanzamenti nel progetto di condivisione degli spazi di Villa Lubin.”
“Netta contrarietà di un componente”, motivazioni giuridiche? Motivazioni tecniche? Niente di tutto questo. Solo netta contrarietà.
Peccato, poteva essere l’occasione per risparmiare soldi pubblici, con una iniziativa fatta non per obbligo legislativo, ma per la libera scelta di due soggetti pubblici che guardano ai loro bilanci con attenzione.
Ringrazio il presidente Treu e il segretario generale per la loro disponibilità e senso delle istituzioni, ovviamente a breve l’ARAN procederà all’emanazione di un nuovo bando per la ricerca di un immobile con una superficie ridotta rispetto all’attuale.
Vorrà dire che Aran continuerà a fare i contratti in un’altra sede e qualcuno li archivierà nella prestigiosa sede di Villa Lubin.
Antonio Naddeo, presidente Aran