Propaganda e realtà. E’ la dicotomia sulla quale si è sempre mossa la comunicazione politica. Oggi, nell’epoca della post verità, delle fake news e dei social, l’equilibrio di questa diade è sempre più compromesso in favore della propaganda. Ma la realtà di certo non scompare, ed è li ad aspettarti soprattutto quando si devono mettere nero su bianco i numeri.
Nella prossima manovra, spiega il governo, gli spazi per agire saranno veramente pochi e le risorse a disposizione risicate. L’invito della premier Meloni ai suoi ministri è di stringere la cintura, evitare gli sprechi, per racimolare quanti più denari possibile. Se dunque su alcuni temi, come i diritti o la discussione sull’uso delle droghe leggere, la maggioranza si è divertita nel travestirsi da opposizione, con toni aggressivi e polemici, sulla legge di bilancio o sulla questione migratoria questo gioco del doppio funziona meno. Certo si possono sempre invocare le colpe e i peccati di chi ci ha preceduti, ma non credo che chi ha votato i partiti dell’attuale maggioranza, a distanza di quasi un anno dal voto, lo abbia fatto unicamente per sentirsi dire che il solo e unico responsabile della condizione nella quale versa la Nazione è la sinistra.
Fratelli d’Italia ha avuto anni interi per denunciare l’inettitudine della sinistra al governo, anni interi per gridare che tutte le leggi di bilancio erano sbagliate, che non guardavano al bene dei cittadini, che bisognava ribellarsi agli ottusi e inutili vincoli europei, che con un blocco navale si sarebbe posta la parola fine agli sbarchi dei migranti. Insomma le ricette che Fratelli d’Italia diceva di avere nel cassetto per sanare il paese sembravano essere varie e illimitate.
Oggi le cose sono un po’ diverse. Meloni, giustamente, non ha reciso il filo con Bruxelles sia sul fronte dei conti pubblici, della politica estera e dei migranti. Non sono mancate le tensioni per la ratifica del Mes, e la partita sul nuovo patto di stabilità è ancora tutta da decidere. Ma quando si devono far quadrare i conti di uno stato o gestire una fenomeno complesso e articolato come quello migratorio le mirabolanti promesse si fanno da parte e la realtà, con tutta la sua durezza, ritorna a esigere il conto per essere stata messa all’angolo.
Il punto è che la responsabilità del nostro elevato debito pubblico o dell’aumento degli sbarchi non ricade unicamente sulle spalle del governo Meloni, ma quando si rincorre e il consenso e la propaganda a ogni costo alla fine si rischia di essere vittima delle proprie armi.
Tommaso Nutarelli