Raggiungere l’obiettivo di accrescere l’occupazione di qualità di giovani e donne, soprattutto al Sud, è possibile solo attraverso soluzioni articolate e interconnesse che se non attuate in modo coerente e alla stessa velocità non avranno gli effetti sperati: abbattere la dispersione scolastica, elevare titoli di studio e competenze, investire nella filiera tecnico – professionale secondaria e terziaria, nel sistema duale, sulle competenze digitali e green, aumentare borse di studio e alloggi per favorire pari opportunità educative e la mobilità dei giovani, riformare il sistema di orientamento e le politiche attive, attuare un vero sistema di apprendimento permanente, sono solo alcune delle misure contenute nel PNRR che, se realizzate congiuntamente potranno abbattere le differenze generazionali, di genere e territoriali e migliorare sensibilmente la condizione dei giovani nel nostro Paese.
I giovani e le donne rappresentano una delle categorie di lavoratori più colpiti dagli effetti della pandemia di Covid-19 perché sono per la gran parte lavoratori a tempo determinato, tipologia di lavoro che ha subito la maggiore flessione a causa del lockdown e delle misure di sicurezza adottate. Il PNRR insieme agli altri fondi europei ed alla politica di coesione per il 2021-2027 saranno strumenti che, se ben utilizzati, ci forniranno un’occasione unica e irripetibile per affrontare e risolvere le criticità strutturali del nostro sistema di istruzione e del mercato del lavoro. Importante sarà anche la riforma del sistema di orientamento scolastico e universitario, quasi inesistente in Italia, per indirizzare giovani e famiglie verso percorsi di studio che coniughino le predisposizioni personali con le richieste del mercato, come gli ITS, soprattutto per le giovani, da sempre intrappolate in stereotipi che le tengono lontane dalle materie stem.
Le parti sociali dal canto loro devono, nella contrattazione, valorizzare gli strumenti di apprendimento duale come i contratti di apprendistato di primo e secondo livello, che permettono ai giovani di inserirsi nel mondo del lavoro e al contempo di acquisire un titolo di studio secondario e terziario, ed alla aziende di investire in capitale umano essenziale per la loro competitività, nonché investire nella formazione continua come unico antidoto all’obsolescenza delle competenze ed alla perdita di competitività. Dobbiamo adesso vedere, e i sindacati vogliono essere parte attiva della governance, come le riforme e gli investimenti verranno calati nella ridefinizione di programmi, misure, servizi a disposizione dei giovani nel nostro paese per studiare e lavorare in modo dignitoso e sostenibile.
Tra le misure che dovranno essere adottate entro dicembre prossimo c’è l’entrata in vigore della normativa che istituisce il programma nazionale Garanzia di occupabilità dei lavoratori e di un decreto interministeriale che istituisce il Piano nazionale nuove competenze. Si tratta di due misure essenziali per realizzare in tutte le Regioni servizi integrati per la presa in carico, profilazione, erogazione di servizi personalizzati per l’incrocio tra la domanda e l’offerta di formazione e lavoro, servizi finalmente attrezzati sul territorio e sempre più vicini ai cittadini grazie ad un numero di operatori che potrà essere più che raddoppiato, supportati finalmente da un sistema informativo effettivo e dalla indispensabile sinergia con il privato, con Livelli Essenziali delle Prestazioni omogenei sul territorio.
È necessario un confronto continuo con le parti sociali e i corpi intermedi per condividere i contenuti delle riforme e delle azioni che saranno messe in campo, monitorare la loro attuazione e le ricadute sui territori, i cittadini e le imprese.
Angelo Colombini
segretario Confederale Cisl