Con il prossimo congresso nazionale previsto nel 2017, la Fismic, sindacato autonomo dei metalmeccanici, eleggerà i vertici attraverso le primarie. Il sindacato è l’unica organizzazione politico-sociale sopravvissuta alle ceneri della prima Repubblica dopo il terremoto di Tangentopoli del 1972. Tutte le associazioni, i comitati di quartiere, le bocciofile e perfino con l’avvento di Francesco, il Clero, hanno modificato o stanno modificando il proprio status, la propria organizzazione, le denominazioni e lo stesso modo di eleggere i gruppi dirigenti sia locali che nazionali. Solo il sindacato confederale tradizionale italiano rimane identico a come era 70 anni fa. L’unica differenza è che gli uomini di allora erano grandi uomini e quelli di oggi…ed inoltre il sindacato fa troppo poco per dare un ruolo ed un’importanza ai propri iscritti, che pagano 15Euro al mese la tessera sindacale, ma non hanno un ritorno di nessun particolare rilievo.
Consideriamo che l’unico cambiamento avvenuto nella politica italiana nonostante il terremoto di Tangentopoli è avvenuto attraverso due iniziative che hanno coinvolto la base dei cittadini: le primarie di Renzi che hanno rottamato il vecchio modo di far politica e il voto online del Movimento 5 Stelle. Ambedue sistemi hanno rotto decenni di politici tutti uguali se non altro avvicinando i volti degli eletti a persone normali che debbono lavorare per guadagnarsi da vivere, e non più politici di professione ingrigiti dal loro modo burocratico di rapportarsi alla vita reale che pensano esclusivamente al loro vitalizio. La stessa cosa dovrà accadere nel sindacato, basta con giovani rampanti figli di segretari generali iscritti alla segreteria nazionale prima ancora di avere la tessera del sindacato in tasca e che poi, guarda caso, diventano segretari generali a loro volta, speriamo con un miglior esito del loro padre protagonista della sconfitta della FIAT 1980. Le primarie quindi sono un servizio che il sindacato offre ai lavoratori, agli iscritti, alla base per essere finalmente, una volta tanto, protagonisti attivi e non spettatori passivi della azione sindacale del terzo millennio.
Io per primo sono rimasto vittima del tritacarne del consenso negli anni passati e da allora, avendolo subito a mia volta, ho pensato che il sistema di costruzione dei gruppi dirigenti del sindacato è assolutamente anti democratico, non premia il merito, non fa uscire fuori i migliori ma è tutto orientato a scegliere i ‘signor sì’, quelli che non creano problemi, quelli che magari sono più vecchi del segretario uscente, ogni riferimento a Barbagallo non è puramente casuale, oppure la cosa più probabile è l’eterna conferma dei culi di pietra inamovibili dalle loro poltrone. Questo non lo penso da adesso, ma lo penso da sempre. Il sindacato deve aprirsi alla società, cominciare a pensare al voto online, aprirsi alla società civile, dialogare con i giovani, dare un ruolo agli iscritti ed hai rappresentanti sindacali eletti dai lavoratori. Se il sindacato non compie questa inversione di tendenza è destinato anche per questa via ad esercitare un ruolo sempre più marginale nella società civile e fino a scomparire o diventare quota di scorta di questo o di quel personaggio politico o di qualche lobby interessata ad avere al proprio seguito dei gruppi di pressione.