Si è attestato a 82,6 miliardi di euro l’ammontare della prima nuova asta di rifinanziamenti agevolati alle banche europee (Tltro: Targeted long term refinancing operation), erogata dalla Bce, al fine di far ripartire l’economia reale. I dati, diffusi dalla stesa istituzione monetaria, si attestano ad un livello inferiore alle attese: in media gli analisti stimavano un’asta attorno ai 150 miliardi di euro.
All’asta odierna hanno partecipato 255 banche e istituzioni di credito, ha precisato la Bcecon un comunicato. Si trattava della prima di 8 operazioni che la Bceha deciso di effettuare con l’obiettivo, assieme ad altre misure straordinarie, di facilitare l’afflusso di liquidità nell’economia e riespandere la mole del suo bilancio a livelli simili a quelli raggiunti a inizio 2012.
Il fatto che l’ammontare comunicato oggi sia inferiore alle attese, è legato anche alla circostanza chela Bceaveva indicato in 400 miliardi di euro il potenziale di fondi stanziabili nelle prime due aste Tltro, che si terranno entrambe quest’anno. La seconda asta sarà a dicembre e, ovviamente, è quanto mai improbabile che raggiunga 320 miliardi di euro.
Ora il valore significativamente più basso, rispetto alle attese, potrebbe essere letto dai mercati come uno smacco rispetto alle ambizioni del programma. In realtà la vera sentenza sull’efficacia di queste operazioni richiederà molto più tempo, mesi e mesi di analisi su molti dati. Che a volte, come nel caso del rapporto periodico della stessa Bce sull’andamento del credito bancario nell’area euro, arrivano con periodicità trimestrale.
Ma ci sono implicazioni indirette che l’effettivo ammontare di questi Tltro hanno sugli obiettivi dichiarati dalla Bce. Perché al suo recente intervento ad un seminario a Milano, che precedeva gli incontri di Eurogruppo e Ecofin, il presidente della Bce Mario Draghi ha esplicitamente indicato che l’istituzione punta a espandere la mole del suo bilancio al picco che era stato raggiunto a inizio 2012: circa 1.000 miliardi in più rispetto ai livelli attuali (2mila miliardi).
Le stesse aste di Tltro hanno un potenziale teorico quantificato dalla Bce in 1.000 miliardi. Ma gli analisti tendono ad escludere che si raggiunga un ammontare simile. In più bisogna compensare le restituzioni dei precedenti rifinanziamenti agevolati di lungo termine (Ltro). Se effettivamente la Bce volesse aumentare il suo bilancio ai valori di inizio 2012, dovrebbe quindi “integrare” il rimanente con il piano di acquisti di prestiti bancari cartolarizzati (Abs) e di obbligazioni garantite.
E se anche questa manovra, i cui dettagli sono attesi a ottobre, non dovesse bastare, a quel punto potrebbe non aver altra scelta se non quella di lanciare un vasto programma di acquisti di titoli, un Quantitative Easing (Qe) su emissioni pubbliche e private che anche solo a invocarlo già crea polemiche con le componenti più intransigenti dell’area, a cominciare dalla Germania.
In quanto all’ammontare ottenuto da ciascuna banca italiana, anche qui le cifre non corrispondono, ovviamente, a quelle stimate.
Unicredit ha ottenuto 7,75 miliardi di euro all’asta Tltro odierna della Bce, sui 14 mila ipotizzati, precisando che il finanziamento odierno sarà integralmente destinato all’Italia.
La banca ha poi annunciato che parteciperà anche alla seconda asta di dicembre, per un importo che non farà superare complessivamente un totale di 12 miliardi di euro, destinando i finanziamenti della seconda tornata a Germania e Austria.
Intesa Sanpaolo ha ricevuto un ammontare pari a 4 miliardi di euro, nell’ambito di un importo massimo richiedibile pari a circa 12,5 miliardi. Il restante ammontare è previsto venga richiesto nella seconda operazione, in calendario per l’11 dicembre 2014.
Mps ha chiesto e ottenuto dalla Bce 3 miliardi di euro, Credem si è aggiudicta 735 milioni di euro, mentre Bpm e Ubi Banca non hanno partecipato a questa prima assegnazione di finanziamenti Tltro.
F.P.