Prampolini come valuta il risultato del voto del 25 settembre?
Avremmo preferito che si arrivasse alla fine naturale della legislatura. Il voto del 25 settembre restituisce, fortunatamente, un vincitore chiaro e questo è un fatto positivo. Non potevamo trovarci in una situazione come quella di cinque anni. Bisogna arrivare al più presto alla creazione del nuovo governo, che abbia come requisiti fondamentali la solidità e la stabilità. Servono anche le persone giuste, e su questo Meloni, stando almeno alle sue parole, ha l’intenzione di mettere insieme una squadra di livello. Inoltre il fatto che abbia fin da subito aperto al dialogo con i corpi intermedi è un segnale incoraggiante.
Su quali temi dovrà concentrarsi il nuovo governo a guida Fratelli d’Italia?
La prima emergenza è quella energetica. Nel nostro settore ci sono imprese che non hanno i soldi per pagare le bollette e che rischiano di chiudere entro la fine dell’anno. Chiaramente ci sono anche altri dossier da affrontare, a partire dalla riforma degli ammortizzatori, alla detassazione fino al taglio del cuneo fiscale. Me se prima non si mettono al riparo le nostre aziende dalla tempesta energetica, tutto il resto perde di valore.
All’interno dello schieramento del centro destra, Salvini ha proposto uno scostamento di bilancio da 30 miliardi per gestire l’emergenza energetica, mentre Meloni è partita da un approccio diverso. Quale strada si deve seguire?
Guardi lascio alla ragioneria dello Stato il compito di valutare la sostenibilità o meno di uno scostamento di bilancio. Se si vuole intervenire a valle, aiutando le imprese con il credito d’imposta, allora servono risorse molto più ampie di quelle messe in campo sin qui. Per questo l’approccio suggerito dalla leader di Fratelli d’Italia è molto più credibile. Quindi subito un prezzo al tetto del gas al livello europeo, attraverso un apposito recovery fund energetico, e disaccoppiare il costo dell’energia prodotta con il gas da quelle realizzata con le rinnovabili. Inoltre tassare gli extra profitti con un’aliquota anche superiore a quella del 25% non la vedrei come una blasfemia, anzi, sarebbe una strada per recuperare ulteriori denari.
Che giudizio da all’operato del governo Draghi?
Personalmente il voto che do al governo Draghi è tra il 6 e il 7. Riconosco e apprezzo le grandi doti e le capacità del premier uscente, ma l’ostacolo principale è stata la sua maggioranza troppo composita. Questo lo ha costretto ad accontentare le richieste di tutti i partiti, non producendo sempre risultati incisivi come nel caso dei decreti legge destinati a combattere il caro energia.
Tommaso Nutarelli